Nel 2065 un residente su cinque sarà straniero
ROMA – La popolazione straniera in Italia è oggi pari a 5milioni di residenti, con un’incidenza dell’8% sulla popolazione totale: leproiezioni demografiche portano a ritenere che nel 2050 gli stranieri saranno12,4 milioni (oltre il 16% dei residenti) e nel 2065 oltre 14,1 milioni,sfondando il muro del 20% sul totale della popolazione. Lo ricorda lapubblicazione “1951-2011. Le migrazioni in Italia tra passato e futuro”,redatta in occasione dei 60 anni di attività dell’Oim (Organizzazioneinternazionale per le migrazioni) e curata dal Centro Studi e Ricerche Idos.
Il testo, presentato oggi alla Radio Vaticana, è una riflessionesulla storia migratoria dell’Italia, dagli anni della grande emigrazione degliitaliani nel mondo agli anni – questi – dell’immigrazione di stranieri nelnostro paese: una pubblicazione che “farà il giro del mondo” – spiega JoséAngel Oropeza, direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneodell’Oim. “Per la prima volta – infatti – abbiamo voluto che una ricercasull’immigrazione in Italia fosse pubblicata non solo in lingua italiana maanche in inglese, in modo da poterla diffondere anche all’estero, negli oltre140 paesi del mondo nei quali l’Oim è presente”. “Una novità assoluta –specifica – per questo tipo di pubblicazioni”.
“I cambiamenti di questi ultimi 60 anni – afferma ancoradirettore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo – possono esseresintetizzati da un dato statistico particolarmente significativo: dal 1946 al1951, anno di fondazione dell’Oim, gli italiani che emigrarono all’estero percercare lavoro furono 1 milione e 420 mila; in questi ultimi cinque anni, dal2006 al 2011, sono stati invece 1 milione 535 mila gli stranieri che sonoimmigrati in Italia”. Oggi in Italia vivono circa 5 milioni di immigratiregolari, che costituiscono il 6,5% della popolazione e il 9% degli occupati,contribuiscono per il 12,1% al Pil (all’incirca 165 miliardi di euro) erappresentano il 7,9% dei contribuenti totali. La ricerca è stata prodotta inoccasione delle celebrazioni del 60° anniversario dell’Oim, svoltesi nel 2011, erappresenta – spiega l’Oim – un’occasione per avviare una riflessione suimovimenti migratori che hanno interessato l’Italia dal 1951 a oggi.
Il testo prende le mosse dal censimento del 1861, quando glistranieri in Italia erano 89mila (pari allo 0,4% degli 22 milioni di residenti)e gli italiani all’estero 230 mila (1%), e arriva fino al 2011, quando su 60milioni e 600 mila residenti 4 milioni e 115 mila italiani all’estero (6,8%) e4 milioni 570mila stranieri in Italia (7,5%). Vengono riassunti i trattiessenziali dell’emigrazione italiana a cavallo fra l’Ottocento e il Novecento,con le grandi difficoltà di inserimento nei paesi di destinazione e laconsiderazione che “il cammino verso l’integrazione è riuscito ma solo coltempo e superando molte difficoltà ”. Viene illustrata ancora l’emigrazione dopola seconda guerra mondiale e l’inversione di tendenza degli anni ’70, con il 1975primo anno in cui i rimpatri sono maggiori dei nuovi espatri. Si affronta poiil tema dell’immigrazione di stranieri in Italia, presenti in poco meno di 140mila nel 1970, in500 mila all’inizio del 1990 e in cinque milioni attualmente,
di cui oltre tre milioni arrivati nell’ultimo decennio.Spazio poi alla normativa in materia (Foschi 1986, Martelli 1990, Dini 1995, Turco-Napolitano1998, Bossi-Fini 2002 e Maroni 2009) e un’intera sezione sui 60 anni diattività in Italia dell’Oim, che “ha congiunto l’assistenza ai migrantiitaliani in partenza per l’estero con quella prestata ai migranti stranieriverso l’Italia riconoscendo nel fenomeno migratorio un motore delprogresso umano”. (ska)
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