Mutui, prestiti e finanziamenti negati allo sportello un esercito di respinti
by Editore | 20 Febbraio 2012 6:40
Coppie alla ricerca del mutuo per la prima casa, posto fisso. Piccole ditte ben avviate con il sogno di espandersi, sempre in regola. Medie aziende specializzate, sane, ma a corto di liquidità perché lo Stato paga male e tardi. Anziani a un passo dalla pensione, poi negata per pochi spiccioli da ripianare. Le storie dei lettori, rimbalzate su Repubblica.it e qui selezionate, dopo gli approfondimenti sulla nuova stretta del credito che incombe su imprese e famiglie, ci raccontano di un’Italia che fatica, che ha bisogno di soldi per ripartire, che bussa alle banche. E che ottiene quasi sempre un “no” come risposta. Nonostante garanti e garanzie, specchiata affidabilità finanziaria, bassi insoluti, solide storie di imprenditorialità . Il credit crunch, la contrazione del credito, l’intoppo nel flusso del denaro nei canali dell’economia reale, è tutto qui. In quei 20 miliardi negati agli sportelli a dicembre, un calo record rispetto all’anno precedente. In quei prestiti sempre più cari e misurati con il contagocce. In quel grido d’allarme di imprese e famiglie in apnea. «È cruciale che l’economia non entri in asfissia creditizia, deperendo e trascinando con sé anche le prospettive del sistema bancario», ha auspicato due giorni fa il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, dopo aver certificato che il 2012 sarà , ancora, un anno di recessione.
Il geometra a riposo / “Non avrebbero rischiato nulla così ho perso un pezzo di pensione”
La Cassa di previdenza dei geometri mi ha comunicato che dal 2 febbraio 2011 potevo andare in pensione (14mila euro lordi annui), ma dovevo prima sanare dei contributi non pagati che, grazie ad Equitalia, sono saliti a circa 38mila euro. Mi sono rivolto a diverse banche, ma non ho ottenuto il prestito. Eppure non avrebbero corso alcun rischio: la Cassa avrebbe versato nel conto corrente le mensilità , la banca avrebbe prelevato la rata. Ora la Cassa mi ha notificato il respingimento della pensione. Sono disperato e non so come vivere. Paolo Brufani
Il dirigente / “La banca non ci sconta più le fatture è una stretta che farà male all’azienda”
Sono un professionista amministratore di una piccola azienda operante nel settore della verniciatura. Nel giro di qualche mese mi sono visto ridurre in maniera significativa da due banche gli affidamenti autoliquidanti (quelli di cui la banca rientra direttamente con l’incasso delle fatture anticipate). E questo nonostante la percentuale degli insoluti nel corso degli ultimi 5 anni fosse molto al di sotto della media di sistema. La stretta del credito avrà ripercussioni sulla vita dell’azienda e di una dozzina di persone che lì dentro ci lavorano. Domenico Ansalone
Il commerciante / “Negati i soldi per un frigo i capitali servono per Bot e Btp”
Ho aperto nel 2006 una piccola enoteca con vendita di vini e prodotti tipici della Maremma. Con fasi alterne riesco a sopravvivere. Nel mese di novembre ho avuto la necessità di chiedere un piccolo prestito di 10mila euro (devo cambiare il banco frigo e alcune parti di mobilio per allargare l’attività ). Ma la banca me lo ha rifiutato, nonostante io sia proprietario sia del fondo dove svolgo l’attività , sia di una casa dove abito. Il direttore di mi ha detto: «Mi dispiace, ma le banche oggi preferiscono acquistare Bot che dare i prestiti alle piccole aziende». Leonardo
L’artigiano / “Per comprare i locali della ditta ho chiesto i soldi a un garante privato”
Sono il titolare di una piccola ditta. Da 10 anni in affitto, pagavo regolarmente 700 euro al mese. Ho deciso di fare il grande passo e comprare i locali dove svolgo la mia attività . Mi sono rivolto alla mia banca che mi calcola una rata da 450 euro, ben più bassa dell’affitto. La banca ha fatto di tutto per non darmi il mutuo, nonostante avessi portato un garante con una liquidità sul suo conto corrente di 4 volte il costo dei locali. Alla fine ho dovuto ricorrere al prestito del mio garante. Non si può far ripartire l’economia in questo modo. Danilo
L’industriale / “Il progetto d’investimento piaceva ma nessun istituto aveva i fondi”
Ho 64 anni e una lunga esperienza di aziende, quelle che ho fatto io e quelle di altri imprenditori. Avevo deciso, con la mia compagna, di crearne una nuova. Il piano prevedeva il nostro lavoro e quello di altre quattro persone, con un investimento di 380mila euro. Avevamo capitale proprio e di terzi per 250mila euro. Il resto l’ho chiesto a banche locali, cooperative e grandi banche, offrendo garanzie ben più alte; risposta: «Bello, ma non abbiamo soldi, non possiamo darti nulla». Dunque, sei persone in meno a lavorare. Fausto Santiccioli
La piccola impresa / “Sani e senza fidi, se mi gira chiudo e mi metto in nero su web e mercatini”
Piccola azienda con otto dipendenti, dopo la crisi ridotti a quattro, ben funzionante ma senza fido, senza carta di credito, con un libretto di assegni alla volta. Però le banche continuano a pretendere il saldo immediato del pregresso, rifiutandosi di rateizzarlo in tempi sopportabili. Se lo stress non mi uccide, continuerò ancora un po’, se un giorno mi alzo dalla parte sbagliata del letto chiudo tutto e mi metto a lavorare in nero sul web e nei mercatini. Così ci saranno altri quattro disoccupati e un’azienda che paga tante tasse in meno. Tuttoplease
L’imprenditore / “Anno nero: lo Stato paga tardi e nessuno anticipa il dovuto”
Sono titolare di una piccola impresa specializzata nel settore impiantistico con 10 dipendenti. Da ormai due anni siamo in gravissima difficoltà finanziaria per i ritardi di pagamento della società pubblica per la quale lavoriamo da oltre un decennio. Il ritardo nei pagamenti ha raggiunto ormai i 18 mesi e non riusciamo più a trovare banche disposte a farci delle anticipazioni. Nonostante un bilancio in utile dal nostro primo anno di attività (1986), vedo un 2012 nerissimo col rischio di chiusura dell’attività per assoluta mancanza di liquidità . Eddy
Il dipendente anziano / “Lavoro fisso e niente mutuo per noi ma la Bce presta miliardi alle banche”
Io e mia moglie siamo due impiegati paracomunali a tempo indeterminato di 30 e 35 anni, senza prestiti attivi o pendenze. Da circa un anno cerchiamo di ottenere un mutuo per la costruzione della nostra prima casa di circa 240mila euro e non riusciamo ad averlo, nonostante garanti e case in garanzia. È veramente uno scandalo che la Bce abbia prestato miliardi di euro alle banche a tassi bassissimi senza accertarsi che queste poi reinvestano i soldi facendo girare l’economia, prestandoli alle aziende in difficoltà o finanziando i cittadini. Andrea Scorza