Morante-einaudi, un titolo per “Menzogna e sortilegio”

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Caro Einaudi, l’anno scorso, come forse ricorderà , Ella s’interessò, attraverso Natalia Ginzburg, ad un mio romanzo il quale era allora in preparazione. E si rimase d’accordo con Natalia che, non appena il romanzo fosse pronto, io ne avrei dato a Lei notizia. 
Ora, il manoscritto definitivo è pronto: dato l’impegno e la mole di questo lavoro, la revisione e ricopiatura, iniziate l’anno scorso, mi hanno richiesto più tempo del previsto. Non so quindi se il mio libro La interessa ancora, ma, secondo l’intesa, io Le scrivo fedelmente. D’altra parte, quando Natalia Ginzburg mi trasmise il Suo invito, io avevo già , come Le spiegai nella mia risposta, preso in considerazione proposte di altri Editori, e avviato parziali accordi con essi (e ciò non perch’io avessi dimenticato il Suo precedente, cortese interessamento per il mio libro; ma perché ciò venne a cadere in un’epoca in cui, com’Ella ricorda, la Sua Casa, dedicandosi preferibilmente ad opere di carattere saggistico, non gradiva l’offerta di opere narrative).
Tuttavia, la possibilità  di vedere uscire il mio libro nelle Sue edizioni è troppo lusinghiera e attraente per me, perché io possa trascurarla, e quindi non vorrei certo prendere impegni definitivi con altri, senz’aver saputo prima quali sono presentemente le Sue idee nei miei riguardi […]. 
Intanto, Le do qualche notizia sul libro, in modo che Ella veda, se in via generale, può interessarLa o no.
Si tratta, come Le dicevo, di un romanzo di grossa mole (precisamente 779 cartelle dattiloscritte, di 33 righe in media ciascuna, 77 lettere a riga). Quanto al genere, Ella potrà  farsene un’idea dall’indice completo dei capitoli, che Le accludo. Pur essendo alquanto moderno nella concezione e nella psicologia, esso è, come vede, costruito secondo gli schemi del romanzo classico, e segue una vicenda complessa e intrecciata, con molti personaggi. Non è fantastico, perché tutto quanto accade in esso è verosimile; ma non potrei dire nemmeno che è realistico, giacché i protagonisti sono uomini e donne poco adatti alla vita reale, i quali sconfinano fuori di essa e si perdono proprio per questo motivo. È un mito doloroso e antico quanto il mondo: ma io spero di averne dato una versione abbastanza singolare, se devo giudicare dalla singolare e spontanea felicità  ch’essa m’ha dato nello scriverla. Inventandola, non avevo certo in mente dei modelli letterari: difatti, questo contrasto mi ha attirato più d’ogni altro fin da quando, si può dire, ho cominciato a leggere e a scrivere, e si può dire che fin da principio tendevo a raccontare questo romanzo. Quanto al risultato, non posso certo giudicarlo da sola. Quel che è certo è che ho dato a questo libro il meglio di cui sono capace e lo considero il mio massimo impegno. 
Sul titolo sono ancora incerta fra Il cugino, Menzogna e sortilegio, L’anima al diavolo, o magari un altro. Le sarei grata di un suo parere. Nella fiduciosa attesa di una sua risposta La ringrazio e La saluto, coi miei migliori auguri. (Il mio indirizzo attuale è: Anacapri, Napoli) 
Sua (22 gennaio 1948)


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