Monti e la neve: più impegno da tutti

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ROMA — Prima bisogna pensare all’emergenza, poi discuteremo come ridare alla Protezione civile la sua piena operatività . Si è concluso con un richiamo a tutti (dai ministri, ai sindaci, ai prefetti, fino alle società  che gestiscono luce, gas, e strade), ad affrontare il nuovo allarme neve con un impegno «più incisivo» sotto «il coordinamento della Protezione civile», l’incontro tra il premier Mario Monti e il numero uno dell’emergenza, Franco Gabrielli. Nessuno scossone nella gestione del maltempo. Né l’assegnazione della delega a un sottosegretario ad hoc. Né il ritorno del Dipartimento al Viminale, come i Vigili del Fuoco. Né lo spacchettamento delle competenze a metà  con il ministero dell’Economia.
Piuttosto un richiamo a una collaborazione più attenta e coordinata con il Dipartimento, diretta a «tutte le strutture del governo del territorio e delle imprese di gestione dei pubblici servizi, al fine di tutelare la pubblica e privata incolumità », ha fatto sapere una nota della presidenza del Consiglio. Un’implicita riconferma della fiducia in Gabrielli che ieri era giunto a paventare le dimissioni: «Se dovessi capire di essere di intralcio non esiterei a farmi da parte», aveva detto a margine di un’audizione in commissione Lavori Pubblici al Senato. Dopo aver «chiesto rispetto» a seguito delle polemiche con il sindaco di Roma, Gianni Alemanno («per tutto sabato sono stato messo alla berlina in tv»). E dopo aver denunciato: «La legge 10 del 2011 ha reso di fatto non più operativa la Protezione civile». «Guido un Tir con il motore di un motorino». 
Soddisfatto ora? «Quello che più mi amareggia è chi pensa che abbia detto queste cose per giustificarmi», confessa Gabrielli al termine dell’incontro con Monti durato un’ora e mezza. «Invece io le ho denunciate dal 17 febbraio del 2010: prima ancora che la legge venisse approvata. Testimone Gianni Letta, le ripeto da allora con pochissimi compagni di viaggio. Oggi invece mi scopro allo stadio Olimpico». Certamente soddisfatto per il riconoscimento del ruolo di coordinamento, Gabrielli fa notare però che «non si può arrivare a queste forme estreme di legittimazione. Deve esserci un meccanismo ordinario. Oggi l’imperativo categorico è affrontare l’emergenza. E ci stiamo arrampicando nelle strettezze legislative vigenti per cercare di trovare le risorse. Ma è molto complicato ed è necessario porvi un rimedio».
Se ne discuterà , gli ha assicurato Monti. Ma ad emergenza finita. Non ora che le previsioni meteo annunciano nuove nevicate record intorno a venerdì. Dopo sì. Si convocherà  un tavolo per capire, tramontata l’era dei poteri in deroga e senza controlli, quali armi e denaro concedere a chi deve fronteggiare l’emergenza.
Protesta però il presidente dell’Anci, Graziano Delrio: «Avremmo preferito che Monti ci avesse convocato ora assieme a Gabrielli. Visto che siamo noi sotto il fuoco delle polemiche. Invece abbiamo solo poteri formali. Servono fondi e protocolli per capire la catena di comando e come possiamo muoverci. Rinviarci a dopo l’emergenza neve significa che ne riparleremo a marzo quando scopriremo, con l’arrivo delle alluvioni che non è stato fatto nulla».


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