Milano, sparatoria nel parco Lambro vigile insegue e uccide un ragazzo

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MILANO – Il vigile che spara e uccide, indagato per eccesso colposo di legittima difesa. La vittima disarmata, il presunto complice in fuga con una pistola in mano. Nessun testimone in mano alla squadra mobile, oltre ai due dell’equipaggio della polizia locale. E un caso che torna a coinvolgere i vertici della sicurezza cittadina, procura compresa col capo Edmondo Bruti Liberati che segue da vicino il fascicolo aperto dal pubblico ministero Roberto Pellicano. Nella Milano che ricomincia a contare i morti ammazzati per strada, c’è ancora un “ghisa” in mezzo alla linea del fuoco: il 13 gennaio Nicolò Savarino venne trascinato per 300 metri e ucciso dal Bmw X5 guidato da Gojko Jovanovic (o Remi Nikolic, l’identità  e l’età  del pirata sono ancora oggetto d’indagine), il 31 altri due vigili vennero speronati da due ladri di corni di rinoceronte e uno dei due sparò alle ruote dei fuggiaschi, centrandole ma non evitando che si dileguassero. Stavolta l’uomo con la pistola si chiama Alessandro Amigoni, 36 anni, in forza al nucleo che dà  la caccia agli ambulanti abusivi, aria da uomo forte dalle foto pubblicate sui social network. Un solo colpo della sua Beretta 92 trafigge Marcelo Valentino Gomez Cortes, cileno, 28 anni, irregolare e con qualche precedente per furto. Scappava su una Seat Cordoba blu con targa spagnola, era disarmato. Spara l’agente: se per rispondere a una minaccia armata del complice di Gomez, o meno, dovranno stabilirlo gli investigatori. L’iscrizione sul registro degli indagati, fanno sapere dalla procura, è un atto a sua garanzia.
Sono le 14.30 quando arriva una telefonata alla centrale operativa del comando di piazza Beccaria. Segnala una rissa, «tra sudamericani», in via Pusiano, stradina della periferia nord-est che costeggia i binari della metropolitana, fermata Cimiano. Mandano due auto, i vigili. Quella di rinforzo è di Amigoni, in quel momento di pattuglia in corso Buenos Aires. Quando arrivano in via Feltre, lo stradone che costeggia il lato sud del parco Lambro, i due equipaggi incrociano la Seat Cordoba che fila a forte velocità . L’auto di Amigoni fa inversione e parte all’inseguimento, l’altra prosegue per via Pusiano dove non troverà  nessuna rissa. La Seat ha la pattuglia biancoverde negli specchietti retrovisori, vira a destra e imbocca in contromano via Crescenzago, il budello sul lato sinistro del parco. I vigili sono addosso, in 300 metri li raggiungono, la curva «a esse» prima dell’ingresso del Liceo Scientifico Molinari è il punto di contatto. La Seat, tamponata, si ferma, ma la fuga non è finita. In due, secondo quanto racconteranno i vigili, scendono e cominciano a correre nella neve, quando gli agenti intimano l’alt uno dei due si girerebbe pistola in pugno. Qui, subentra la versione ufficiale data dal comandante Tullio Mastrangelo, la stessa che Amigoni fornirà  al pm Pellicano e il collega ai poliziotti della sezione omicidi in questura: «Sotto la minaccia dell’arma l’agente ha sparato, il soggetto non armato si è inserito sulla traiettoria del suo colpo».
Il fantasma armato scompare, Gomez – sempre secondo la versione dei vigili – viene afferrato e soccorso dai due uomini in divisa e scalcia come ultima forma di resistenza, prima di accasciarsi. Un foro al petto e uno alla schiena, entrata e uscita. La telefonata al 118 parte alle 14.55. I sanitari provano a rianimare Gomez sul posto, lo intubano, lo portano d’urgenza al San Raffaele. Muore alle 16. Intorno non c’è un cane di testimone, non li trovano quelli della omicidi mentre le tute bianche della scientifica ispezionano la Seat e non trovano a bordo nulla che racconti quella fuga, armi, droga, refurtiva o denaro. I due agenti finiscono sotto interrogatorio, così come i due colleghi finiti in via Pusiano. I loro racconti verranno confrontati per valutarne coerenza e incongruenze. La mobile sta setacciando le telecamere comunali al Parco Lambro, gli eventuali fotogrammi aggiungeranno dettagli alla dinamica. Così come la targa spagnola della Seat, per capire se fosse rubata e quando. E i precedenti di Gomez, utili alla ricerca del fantasma armato, cui danno la caccia anche i carabinieri.


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