Milano, occupazione ferma al palo: 27 mila persone in mobilità 

Loading

Milano – Sempre ferma al palo l’occupazione a Milano. Nel 2010 c’è stato un incremento del 0,5% rispetto al 2009 del numero degli avviamenti, cioè di coloro che hanno iniziato un lavoro nel corso dell’anno. Ma rimane invariato il tasso di disoccupazione che nel capoluogo lombardo è del 5,9% (8,4% a livello nazionale). È quanto emerge dal rapporto “Il lavoro a Milano”, realizzato da Assolombarda, Cgil, Cisl e Uil e presentato oggi nella sede dell’organizzazione degli industriali. “Per chi è fuori dal mondo del lavoro è ancora molto difficile entrarci – afferma Onorio Rosati, segretario della Camera del lavoro di Milano-. Ci sono ancora 27 mila persone in mobilità . Tra loro molti cinquantenni che le imprese non vogliono più”. 
Dal Rapporto emerge un cauto ottimismo perché nel 2011 è diminuito del 20% il monte ore di cassintegrazione. Quella ordinaria è calata del 34%, la straordinaria del 16% e quella in deroga del 15%. Le ore effettivamente utilizzate di cassa integrazione sono state nel 2011 455 milioni. “C’è comunque un problema di eccessiva precarizzazione dell’occupazione -aggiunge Walter Galbusera segretario lombardo della Uil-. Ogni cinque neoassunti, quattro sono precari”.

Tra i benefit per i lavoratori milanesi, si fa sempre più spazio l’assistenza sanitaria integrativa. Su un campione di 400 imprese (125mila dipendenti), il 60% garantisce ai dipendenti assicurazioni sulla salute. Nel 35% dei casi si tratta di misure già  previste nel contratto nazionale di categoria (chimici, terziario, alimentari per esempio), ma nel 25% delle imprese è frutto di una decisione dell’azienda o della contrattazione con i lavoratori stessi. Tra le forme di assistenza sanitaria integrativa, la più diffusa è quella che copre le spese di diagnostica. Molto frequnti poi le polizze per le visite odontoiatriche, i grandi interventi e il ticket sanitario. Nel 60% dei casi il costo delle polizze è sostenuto da una compartecipazione della imprese con i loro dipendenti. (Dp)

 

© Copyright Redattore Sociale


Related Articles

Arretrati e interessi, una corsa che vale 557 mila euro all’ora

Loading

 ROMA — Sedicesimi in Europa per crescita del debito pubblico, siamo invece primi nella classifica dei ritardatari nei pagamenti ai fornitori. Messi insieme, i due dati denunciano che il nostro Stato scarica sulle imprese le proprie difficoltà  di bilancio. Non da ieri, ma sistematicamente da almeno una decina d’anni.

Lo stato sociale è in agonia. Eppure c’è chi insiste

Loading

La vicenda dell’Ilva di Taranto deve portare ad un attento riesame delle scelte fatte in questi ultimi anni in materia di privatizzazioni; a sua volta, questo riesame implica la presa di coscienza dell’agonia nella quale versa lo stato sociale che i meno giovani tra noi ricordano e forse rimpiangono. In cosa consisteva questo stato sociale?

IL FANTASMA GRECO

Loading

  OTTO maledetti milioni di buco nell’azienda municipale dei trasporti e Genova si ritrova a vivere per prima, fra le città italiane, l’atmosfera di Atene e Salonicco, l’incubo della Grecia che si avvicina.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment