by Editore | 8 Febbraio 2012 9:01
«Qui nessuno si è accorto di nulla. Ieri mattina, mentre il presidente annunciava le dimissioni in tv, i nostri ospiti erano come ogni giorno in spiaggia o in acqua. Solo chi ha portato da casa tablet e smartphone sta seguendo la situazione su Internet, gli altri si godono la vacanza come se niente fosse». Christophe Groh, gestore del Gangehi Island Resort, frequentato soprattutto da italiani, risponde dall’isola di Gangehi, una perla di sabbia bianca e mare mozzafiato nell’atollo di Ari, a mezz’ora di idrovolante dalla capitale Malè. Qui i turisti italiani sono sessanta, su circa ottanta ospiti, su un’isola che si gira in dieci minuti a piedi (rigorosamente scalzi) su sabbia e passerelle di legno.
«Un gruppo di italiani è arrivato proprio ieri senza problemi, altri sono previsti nei prossimi giorni, per noi è alta stagione. Siamo in contatto continuo con il nostro operatore all’aeroporto di Malè che non ci segnala problemi. La pista è su un isolotto di fronte alla capitale, non raggiungibile via terra» continua Groh. «Nessuno vuole tornare a casa e nessuno finora ha disdetto la prenotazione. Ci cercano e telefonano dall’Italia per chiedere informazioni e rassicurazioni, questo sì».
La calma di Gangehi è la stessa degli altri atolli dell’arcipelago dove si trovano circa duemila italiani, una quarantina nella capitale. Tutto tranquillo per i duecento turisti Valtur a Kihaadhufaru, nell’atollo di Baa. Nessuna cancellazione per l’Astoi, l’associazione dei tour operator di Confindustria. L’aeroporto è aperto, i voli sono regolari, confermano le compagnie aeree.
La Farnesina fa sapere che gli italiani stanno bene e raccomanda «di evitare con cura le visite nella capitale». «Abbiamo consigliato agli italiani che sono a Malè di stare al chiuso e alla larga da assembramenti. La situazione nei villaggi turistici è tranquilla», ha detto l’ambasciatore italiano a Colombo, in Sri Lanka, Fabrizio Arpea. Su 1.192 isole disseminate nell’Oceano Indiano, solo duecento sono abitate. I turisti – 791mila nel 2010 di cui oltre 89mila italiani – atterrano all’aeroporto di Malè e ripartono subito a bordo di idrovolanti o barche verso le isole e i resort di destinazione, lontani dalla capitale e dalle proteste.
Certo, un po’ di preoccupazione per il futuro nel settore c’è. «Anche se le notizie dalle strutture ricettive sono tranquillizzanti, è comprensibile che i consumatori non se la sentano di intraprendere un viaggio verso un Paese in crisi politica e sociale. Potrebbero esserci pesanti riflessi sul turismo», teme il presidente di Assoviaggi-Confesercenti, Amalio Guerra. Le associazioni dei consumatori, dal canto loro, consigliano a chi non vuole più partire di chiedere la sostituzione del pacchetto o di pretendere il rimborso integrale.
Le proteste alle Maldive andavano avanti da settimane. «C’erano tensioni, ma nessuno si aspettava questa crisi – spiega Groh – la richiesta dell’opposizione di chiudere le spa nei resort a dicembre è durata due giorni, nessuno l’ha rispettata, ma ora la vedo come una dichiarazione di guerra al governo».
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