«Salvare le tutele dei lavoratori». Bersani e Camusso, alt a Fornero

by Sergio Segio | 19 Febbraio 2012 9:10

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«Non c’è dubbio che sarebbe positiva un’evoluzione in senso universalistico, generale, del sistema degli ammortizzatori, ma aggiungo: vedere cammello». Pier Luigi Bersani è preoccupato per la piega che rischia di prendere la discussione sul mercato del lavoro. Primo, perché «si sta girando ancora un po’ attorno a quello che è il tema vero, cioè come creare più occupazione». E secondo, perché il moltiplicarsi di annunci, ipotesi, proposte più o meno realistiche rischia di appesantire un confronto che invece deve essere chiuso in tempi rapidi e con il consenso tra le parti: «Il paese ha problemi serissimi e non possiamo permetterci il lusso di aprire conflitti. C’è il ‘salva-Italia’ ma l’Italia la salviamo tutti insieme».
APPLAUSI SULL’ARTICOLO 18
Il leader del Pd parla all’assemblea organizzata a Napoli dalle Democratiche. Su tutte le prime pagine dei giornali sono riportate le parole della ministra Fornero sulla possibilità  di rivedere la cassa integrazione straordinaria, per estendere le tutele a chi oggi ne è privo. Bersani, intervistato da Lucia Annunziata e ascoltato con attenzione da Susanna Camusso che siede in prima fila, sottolinea il rischio che il principio, giusto di per sé, mal si concili con la realtà  dei fatti. «Siamo in recessione, prima di mollare via strumenti che servono alla bisogna ci penserei molto bene. E poi come si finanzierebbe il nuovo sistema? In Europa non hanno l’anello al naso, non puoi dire che fai il modello danese e poi non dici come lo paghi».
Le donne del Pd arrivate a Napoli da ogni regione applaudono il passaggio, come gli altri sull’articolo 18, che «ha poco o nulla a che fare con i problemi che ha il mercato del lavoro». Non sono tutte dipendenti o elette o funzionarie di partito. A riempire la sala Galatea della Stazione marittima, a parlare della que-
stione tutta da risolvere della rappresentanza di genere ma soprattutto di come riscattare il Mezzogiorno, ci sono molte libere professioniste e anche imprenditrici. Raccontano le loro storie, le difficoltà  che incontrano. Di tanti problemi parlano, e l’articolo 18 non è tra questi. «Non ho mai trovato un imprenditore che mi abbia detto: mi fermo ad investire per l’articolo 18», dice Bersani pur ammettendo che qualche «aggiustamento», una «manutenzione» dal punto di vista «giurisdizionale» si potrà  fare («Il reintegro dopo 7 o 8 anni ha poco senso»).
Il leader del Pd non è interessato ad aprire un duello a distanza con Berlusconi, che pure in quegli stessi minuti rilancia la necessità  di modificare l’articolo 18 («io ho tolto Berlusconi dal mirino»). Piuttosto, Bersani vuole sollecitare il governo ad «avere una sua autonomia». «Ci sono dei palloni ideologici che per i mercati diventano più duri del cemento, non per il merito ma perché vogliono verificare se il governo ha la capacità  di prendere di petto i problemi. Ma noi abbiamo visto ad altezza degli occhi questi famosi mercati e sappiamo come stanno le cose. A furia di dar retta ai mercati siamo finiti contro un muro».
Ecco perché il governo Monti, che pure Bersani sa non essere «di sinistra» («ma non è neanche di destra») deve dimostrare di sapersi muovere in autonomia. Così come lo farà  il Pd, che pure «non intende far cadere il governo», in Parlamento quando verrà  discussa la riforma del mercato del lavoro. «Se al tavolo tra governo e parti sociali si giunge a un accordo condiviso bene. Se non ci sarà  giudicheremo il problema nel merito alla luce delle nostre proposte e ci comporteremo in Parlamento di conseguenza». Ancora applausi arrivano dalla platea delle Democratiche, quando il segretario del Pd affronta la questione della rappresentanza femminile nel partito e nelle istituzioni, e spiega: «Abbiamo troppi sensi di colpa, non saremo perfetti ma siamo più avanti di altri, ma serve una legislazione ad hoc perché la parità  non si fa in un partito solo».
Applausi anche per Susanna Camusso, che si mostra critica con la proposta lanciata da Fornero: «In una stagione difficile è prioritario mantenere gli ammortizzatori che abbiamo. Sull’ammortizzatore universale serve che il governo decida quali risorse rendere disponibili perché sia finanziato, altrimenti è solo una riduzione delle tutele e non un ampliamento». E poi, «a chi si agita sull’articolo 18» il segretario della Cgil manda a dire che la prima grande norma da fare è «il ripristino della legge sulle dimissioni in bianco». Norma voluta dall’ultimo governo di centrosinistra. L’esperienza dell’Unione, per Bersani, non va ripetuta, ma nel 2013 si dovrà  compattare un «centrosinistra di governo che faccia un accordo di legislatura con le forze moderate». E la destra? E le operazioni al centro?«Considero poco probabile un’evoluzione europea del centrodestra dalle ceneri del berlusconismo. E novità  potranno arrivare non da movimenti di centro, ma da espressioni di disaffezione della politica».

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