LO SPARTIACQUE DELLA FIOM
Bene. Nel Pd c’è discussione sul che fare: sostenere e farsi parte attiva di questo sciopero o stare a guardare? Questo dilemma (diciamo dilemma, ma è importante scelta politica) pare che divida il Partito democratico, che non vorrebbe cancellare o ridurre il suo sostegno al governo Monti. Ma, c’è da chiedersi, sostenere e partecipare allo sciopero della Fiom sarebbe un tradire l’impegno assunto con il governo Monti?
Certamente la situazione è difficile, ma se si sostiene il governo Monti per uscire dalla crisi, bisognerebbe anche sostenere lo sciopero dei metalmeccanici investiti dalla crisi.
Lo sciopero del 9 marzo della Fiom è diventato un serio discrimine della politica del Pd, il quale per liberarsi di Berlusconi ha ben accettato il governo Monti, ma non potrebbe consentire a Monti di fare quel che Berlusconi non è riuscito a fare.
Insomma la questione è fortemente politica e non solo sociale. Il Pd deve assumere una posizione chiara a sostegno dello sciopero dei metalmeccanici, che sono stati, storicamente, un’avanguardia del nostro movimento operaio. Il Pd non può fare finta di niente o dire: io non c’ero.
L’attesa di una posizione chiara e forte interessa i democratici italiani, che per esperienza sanno che sempre nel passato la Fiom è stata un’avanguardia non solo del movimento operaio, ma della democrazia. Nella grave e difficile situazione del nostro paese non solo i lavoratori, ma tutti i cittadini si aspettano (hanno il diritto di aspettarsi) una risposta forte da parte del gruppo dirigente del Pd. Far finta di niente ridurrebbe al niente che resta della democrazia italiana.
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