L’inquisizione: al rogo Garzà³n

Loading

MADRID.  Celebratasi mercoledì l’ultima udienza nel processo relativo alle indagini sui crimini franchisti, è giunta ieri la sentenza nella causa per le intercettazioni: il noto magistrato Baltasar Garzà³n è colpevole di «prevaricazione» ed è inabilitato per undici anni all’esercizio della funzione giurisdizionale. Così ha deciso, all’unanimità , la Sezione penale del Tribunale supremo spagnolo, suscitando una valanga di reazioni e molto clamore sui mezzi di informazione, anche fuori dai confini del paese iberico. Soddisfazione, naturalmente, da parte dell’accusa, esercitata non dal pubblico ministero – che aveva chiesto l’assoluzione dell’imputato… – ma dai cittadini che ritenevano il proprio diritto di difesa violato dall’ormai ex giudice istruttore andaluso. Chi sono costoro? Nientemeno che i presunti responsabili di uno dei più grandi episodi di corruzione della recente storia spagnola, conosciuto giornalisticamente come «caso Gà¼rtel». Faccendieri vicini al conservatore Partido popular, oggi al governo, che avevano – secondo le accuse – messo in piedi negli scorsi anni una vera associazione a delinquere, che aveva come obiettivo l’arricchimento personale e il finanziamento illecito al Pp. I governi regionali di tale partito (soprattutto della regioni di Madrid e di Valencia) affidavano ai loro «amici» sostanziosi appalti per opere pubbliche, sempre gonfiati, grazie a cui i soci della rete «imprenditoriale» ingrossavano illegalmente i loro portafogli. Da cui uscivano, poi, soldi per i referenti politici.
All’inchiesta promossa e coordinata dal giudice istruttore Garzà³n si deve la scoperta, nel febbraio 2009, di questo scandalo, che vede implicati, fra gli altri, l’ex tesoriere nazionale e l’ex presidente della regione di Valencia, Luis Bà¡rcenas e Francisco Camps, entrambi del Pp. Nel corso delle indagini, il magistrato da ieri «sospeso» aveva disposto l’intercettazione dei colloqui di alcuni degli inquisiti, anche mentre parlavano con gli avvocati. Ad orecchie garantiste suona certamente male: peccato che gli avvocati medesimi siano risultati complici del disegno criminale, venendo dimostrata la loro implicazione nelle operazioni di «lavaggio del denaro». Inoltre, bisogna tenere presente che la decisione di Garzà³n venne avallata sia dal pubblico ministero (che non conduceva le indagini) sia dal magistrato che, per ragioni di competenza, lo sostituì nell’istruzione della causa. Volendo comunque ammettere che le intercettazioni ordinate da Garzà³n dovessero ritenersi nulle, come poi è stato deciso, è molto difficile (per usare un eufemismo) spiegarsi il perché di un processo ai suoi danni. In ogni sistema giuridico decente, tutti gli atti di un magistrato (le sentenze e non solo) possono essere tranquillamente annullati dalle istanze competenti, senza che a quel magistrato ovviamente capiti nulla.
Anche in Spagna, infatti, fino a questa vicenda, nessun operatore della giustizia era mai stato accusato di alcunché per aver ordinato intercettazioni poi dichiarate non valide, anche quando riguardavano degli avvocati. In questa circostanza, invece, il Tribunale supremo spagnolo ha voluto imbastire un processo esemplare ai danni di una toga scomoda -certamente non priva di difetti, a partire da una certa smania di protagonismo – , servendosi delle denunce sporte dalle persone sulle quali l’ex giudice istruttore indagava.
Un ribaltamento dei ruoli molto rassomigliante a quello che si è verificato nel procedimento che vede Garzà³n imputato per aver provato ad indagare sulle stragi di massa commesse dai franchisti ai danni dei repubblicani, dal golpe militare del luglio del ’36 a ben oltre la fine della guerra civile, di cui le migliaia di fosse comuni disseminate per il territorio spagnolo sono un’agghiacciante testimonianza. Si può stare sicuri che «l’accusa popolare» del gruppo neofascista Manos Limpias («Mani pulite») abbia brindato al conoscere la sentenza di ieri. Non è più nemmeno necessario che il Tribunale supremo spagnolo attiri su di sé le critiche di mezzo mondo condannando chi ha tentato di fare luce sui crimini franchisti contro l’umanità . Potrà  pure accadere, ma la missione di liquidare Garzà³n è già  compiuta. E la giustizia spagnola, ieri, si è già  coperta di vergogna.


Related Articles

Aiutare la Tunisia. L’appello dei professori

Loading

Il popolo tunisino ha dato prova di eccezionale maturità . Ha rivendicato e ottenuto la fine di un regime autocratico: una rivoluzione non violenta, che ha innescato nel mondo arabo un movimento democratico suscettibile di trasformare profondamente non solo il futuro dell’area, ma anche quello dei Paesi mediterranei e della Ue. E’ essenziale che i Paesi membri del G8 sappiano cogliere la portata di quest’evento in tutta la sua ampiezza. Il rischio che corriamo oggi è quello di disperderci in azioni mal coordinate, o di rinviarle in attesa che la transizione sia compiuta. 

Immigrazione, la Grecia chiama Bru­xel­les

Loading

Atene. L’allarme di Tsipras all’Europa per fronteggiare l’emergenza sbarchi. Ieri altri 200 arrivi

Amlo si arrende, il Messico diventa la sala d’attesa per gli Stati uniti

Loading

Utilizzando la minaccia di dazi, la Casa bianca ha costretto il maggior partner commerciale degli Usa, il Messico, a cambiare uno degli assi strategici della sua politica estera per non veder compromessa l’economia del paese

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment