by Sergio Segio | 21 Febbraio 2012 7:32
Un’ambulanza del 118 esce alle 17.49 e porta al Policlinico Alessandro Gallelli, 22 anni, calciatore di San Vittore Olona, in attesa di giudizio per reati minori. Morto con il collo spezzato in una cella del reparto di psichiatria. «Aspettiamo l’autopsia di oggi — precisa l’avvocato della famiglia, Antonio Romano —. Ma non crediamo al suicidio, pensiamo sia stato ucciso e siamo pronti a intraprendere azioni legali». Anche perché «la detenzione non era necessaria», sostiene l’avvocato.
Reati minori, l’accusa: «Una rissa con la Polfer causa un biglietto del treno non pagato, consumo di marijuana, piccole molestie, disturbi psicologici (asocialità ) non accertati dalle perizie» elenca il fratello. «L’hanno messo senza motivo in una cella di pochi metri quadri con il vetro rotto oltre le sbarre. I carabinieri di Cerro Maggiore hanno fatto pressioni — accusa — con rapporti minuziosi, reati mai accaduti, una violenza su una ragazza che non esiste. Non è possibile che si sia ucciso, tra 20 giorni sarebbe uscito per andare in comunità . Voleva rimanere nel mondo del calcio, non morire. Se è andato in carcere lui, ci può finire chiunque. Morti così non deve accadere mai più». Intanto il penitenziario celebra il lutto. Don Alberto riporta: «Ho visto le lacrime negli occhi dei suoi ex compagni di stanza: il carcere distrugge i detenuti».
Giacomo Valtolina
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