Liberalizzazioni, ora si cambia «È un decreto pieno di errori» Il governo apre a modifiche e parte la sfida tra categorie

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Tanto che il rappresentante del governo, il sottosegretario Claudio De Vincenti, ha dovuto promettere disponibilità  a esaminare «tutte le proposte che vanno verso il rafforzamento e il miglioramento del decreto». Il problema è che una volta aperta la porta alle novità , Pd e Pdl cominceranno a tirare in due direzioni opposte. Il termine per gli emendamenti è stato fissato al 9 febbraio, dopo di che è sempre possibile, anzi probabile, che il governo vorrà  mettere la fiducia sul testo corretto. Il Pdl promette «miglioramenti» con Gasparri ma spiega che intende «proteggere le categorie più deboli». Quali siano appare chiaro dagli incontri che i senatori berlusconiani stanno ospitando in senato: farmacisti, notai, costruttori, commercialisti, avvocati, assicuratori. «Nel testo del decreto così com’è uscito dal Consiglio dei ministri – spiega il presidente Pdl della commissione industria dove sono cominciati i lavori, Cursi – ci sono misure che non hanno molto a che fare con la crescita, come quelle sui taxi, sui giornali o sulle farmacie. Bisogna andare a fondo in altri settori come banche e assicurazioni. Il Pd invece si prepara a chiedere di più proprio ai notai e ai farmacisti. Poi vuole eliminare la deroga al contratto nazionale nel settore dei trasporti. E punta a modifiche in grado di favorire l’abbassamento dei costi e delle tariffe per i cittadini riguardo alle banche e alle assicurazioni. Problemi anche per la giustizia. Secondo il senatore Idv Li Gotti «nel decreto ci sono gravi errori in materia di tariffe, costruzione e gestione carceri». Secondo l’Anm, invece, la scelta di accentrare le competenze in dodici sezioni speciali per le imprese costringerebbe gli imprenditori sardi a rivolgersi al tribunale di Roma.


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