«Ha ucciso la funzionaria» In cella tecnico della polizia

by Editore | 16 Febbraio 2012 9:58

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Finisce in carcere con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere il tecnico informatico della questura di Ascoli Piceno, Alvaro Binni. Per la Procura ascolana è lui l’assassino di Rossella Goffo, la funzionaria di 46 anni della prefettura di Ancona con la quale intratteneva una burrascosa relazione sentimentale. A incastrarlo sarebbe stato il telefonino. Il pomeriggio del 5 maggio 2010, quando secondo l’accusa la donna venne uccisa, agganciò la stessa cella presa da quello della donna a Colle San Marco, luogo in cui un cane da tartufo ritrovò il cadavere di lei il 6 gennaio 2011. Binni ha sempre negato di essere stato lì con la Goffo. 
Sposato e padre di tre figli, Binni, unico indagato per la vicenda, si è sempre proclamato innocente. Ma i pm ascolani Carmine Pirozzoli, Ettore Picardi e la collega anconetana Irene Bilotta, sono convinti del contrario. E il gip di Ascoli Carlo Calvaresi ieri ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere del poliziotto eseguita dai colleghi della squadra mobile di Ascoli Piceno. 
La Goffo, originaria di Adria (Rovigo), sposata con un medico locale e madre di due figli, aveva con il tecnico della questura una storia molto contrastata. Improvvisamente sparì nel nulla. Binni ha sempre sostenuto di essere andato, la mattina della scomparsa, ad Ancona per dirle che non ne voleva più sapere di quella storia. Poi, sempre secondo la sua versione, sarebbe rientrato ad Ascoli nel primo pomeriggio e, stanco ed esasperato per la discussione avuta in mattinata, si sarebbe fermato a riposare nella sua auto parcheggiata sotto la Fortezza Pia al colle dell’Annunziata, che guarda proprio Colle San Marco, a 10 chilometri da Ascoli.
Le ricerche condotte nell’Ascolano per mesi non portarono ad alcun risultato, fino a quando il 6 gennaio del 2011, saltarono fuori quelle ossa sotterrate in modo maldestro nel Bosco dell’Impero, nell’area di Colle San Marco. Il difensore di Binni, Nazario Agostini, ha già  incontrato il suo assistito, nel carcere di Marino del Tronto: «Devo ancora leggere l’ordinanza di custodia cautelare — ha detto all’uscita del carcere — ma pur nel rispetto assoluto del gip Carlo Calvaresi, allo stato resto convinto dell’assoluta innocenza di Binni e sono pronto a proseguire nella battaglia per la sua libertà ». Del tecnico della questura ha riferito: «L’ho trovato per quanto possibile sereno e intenzionato a portare avanti con determinazione la battaglia che fin dall’inizio abbiamo intrapreso, vale a dire dimostrare che è assolutamente estraneo all’omicidio». 

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