«Basta convegni di Stato, restituite i regali»
ROMA — Niente regali superiori a 150 euro. Niente convegni, ricorrenze o inaugurazioni. Spese di rappresentanza ridotte all’osso. Le celebrazioni solo in casi eccezionali e comunque soltanto di sabato. E, ovviamente, «sobrietà assoluta» in tutti i comportamenti individuali.
Il premier Mario Monti ha messo mano al codice etico e ha scritto ieri una lettera a dirigenti e dipendenti della presidenza del Consiglio, del ministero dell’Economia, delle Agenzie fiscali, della Guardia di Finanza, dei Monopoli di Stato, della Scuola superiore dell’economia e delle finanze. Parola d’ordine: rigore.
Rigore che verrà applicato anche nell’ambito della difesa, un piano di tagli che verrà esteso anche ai contestati caccia F35 che da soli valgono 15 miliardi di euro, così come deciso dal Consiglio supremo della Difesa.
Ma il rigole non è solo tagli. Etica è quanto ha invocato ieri Monti nella sua lettera. «Non si possono accettare regali che eccedano il valore di 150 euro», è scritto nero su bianco. E poi dettagliato: «I regali di valore superiore sono restituiti ovvero devoluti. I regali e gli omaggi ricevuti non devono comunque compromettere l’indipendenza del giudizio, la correttezza operativa, l’integrità e la reputazione del dipendente e in ogni caso devono essere tali da non poter essere interpretati, da un osservatore imparziale, come finalizzati ad acquisire vantaggi in modo improprio».
Ci avevano già pensato al Parlamento europeo, poche settimane fa. Anche con la stessa cifra. Un codice etico che è stato approvato lo scorso novembre: impone ai deputati di tutti i Paesi dell’Unione di non poter accettare regali e benefit per un valore superiore ai 150 euro.
Ma senza andare in Europa, basta guardare dentro il codice etico dello stesso ministero dell’Economia: ci sono già scritte queste norme. Nel 2007 l’allora primo ministro Romano Prodi ne aveva fatto addirittura una legge. Un decreto firmato sotto l’albero di Natale e rivolto a tutti i ministri del suo governo. Non avrebbero più potuto accettare regali di valore. Anche se il valore etico di Prodi era il doppio di quello di Monti: 300 euro.
Il premier Monti ha cominciato invece a Capodanno. Una circolare indirizzata a tutte le amministrazioni pubbliche che intimava tagli dalle auto blu alle missioni all’estero, dal ridimensionamento dei gettoni di presenza per gli incarichi onorifici alle spese di rappresentanza.
Quelle spese sulle quali ieri Monti ha dato un ulteriore giro di vite spiegando «la necessità che non vengano effettuate spese non indispensabili e non ricollegabili in modo diretto ed immediato ai fini pubblici assegnati alle singole strutture amministrative».
Vale questo per le spese di rappresentanza ma anche per i convegni, le consulenze, le inaugurazioni, le ricorrenze e persino le celebrazioni. Se si potesse, sarebbe meglio non farle le celebrazioni. Ma se proprio indispensabili che almeno vengano fatte di sabato, così da non intralciare il lavoro quotidiano.
Tagli alle spese che riguardano anche la Difesa: oltre alla riduzione del numero dei caccia F35 da ordinare, il piano prevede meno militari, dismissioni di caserme e siti non più utili, salvaguardia delle missioni internazionali, spinta verso l’integrazione con le forze armate Ue. È stato il capo dello Stato Giorgio Napolitano a presiedere ieri il Consiglio supremo della Difesa, in cui il ministro Di Paola ha illustrato le linee della revisione «ormai ineludibile» dello strumento militare.
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