Lavoratori interinali, si cambia equiparazione con i dipendenti ma senza “causale” abusi più facili

by Editore | 26 Febbraio 2012 14:46

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ROMA – Il decreto legislativo sul lavoro interinale, varato a sorpresa venerdì, rischia di complicare il già  faticoso iter di riforma del mercato del lavoro. Presentato dal governo come strumento per meglio tutelare i soggetti più deboli senza occupazione, piace molto alle imprese e alle agenzie di lavoro perché semplifica le assunzioni “in affitto”, possibili anche senza specificare la “causale” (picchi di lavoro, stagionalità ). Non dispiace alla Cisl che lo considera un primo passo per svuotare l’enorme bacino di disoccupati. Non piace affatto alla Cgil che vede stravolto uno strumento considerato fin qui “flessibilità  buona”, ora destinato ad accrescere precarietà  e abusi. 
Le novità 
«Parità  di trattamento, più facile accesso all’occupazione, equiparazione tra lavoratori interinali e dipendenti», è il commento di Palazzo Chigi al decreto che recepisce la direttiva europea 104 del 2008. «Ma queste non sono novità », tuona Filomena Trizio, segretaria generale di Nidil-Cgil (precari). «Gli interinali sono equiparati ai dipendenti già  dalla legge Treu (1996) e dalla Biagi (2003). La vera novità  è la cancellazione della causale. Questo servirà  solo a peggiorare le condizioni di lavoro, a incentivare il lavoro precario, a deregolamentare la somministrazione, a consentire alle aziende di abusare del lavoro “usa e getta”, senza neanche giustificarlo e per giunta sottocosto. E lo dico da accanita sostenitrice di questa forma contrattuale».
Il nodo “causale”
«È vero. Dipendenti e somministrati già  godono di parità , ma il decreto la definisce meglio», spiega Gianni Bocchieri, presidente di FormaTemp, ente bilaterale tra Assolavoro (agenzie) e sindacati. «La direttiva europea chiedeva di rimuovere i vincoli al contratto, anche se la causale non è tra questi. È pur vero che l’obbligo per le imprese di specificare le “ragioni tecniche, produttive, organizzative o sostitutive” era un disincentivo, visto il numero di contenziosi e successivi obblighi del giudice ad assumere». Così il decreto ha eliminato la causale se l’impresa assume lavoratori in mobilità , disoccupati, svantaggiati (giovani, over 50, stranieri) e in tutti i casi in cui ci sarà  un accordo, anche a livello locale, con le parti sociali.
Tutela del lavoratore
«I disoccupati da ora in poi saranno più tutelati, non meno», dice Bocchieri, ricordando che grazie alla Finanziaria del 2010 (eliminava la causale solo per i lavoratori in mobilità ) «sono stati ricollocate 70 mila persone in 15 mesi». «Il rischio di abusi, di lavoro dipendente “mascherato” da assunzioni stagionali, poi reiterate, ci sarebbe se questo contratto non fosse regolato», aggiunge Giorgio Santini, segretario generale aggiunto della Cisl. «Ma dal 2009, se un lavoratore è “somministrato” dall’agenzia per 36 mesi consecutivi presso una stessa azienda o per 42 presso aziende diverse ha diritto all’assunzione a tempo indeterminato. Credo, invece, che questo decreto aiuterà  molti esclusi a rientrare nel mercato del lavoro».

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