L’ultimo viaggio del soldato “missing” per amore

by Editore | 28 Febbraio 2012 9:16

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DETROIT – Neppure la fantasia di un romanziere avrebbe potuto immaginare mai la storia dell’ultimo americano ancora “missing” in Iraq: un iracheno. Sì, Ahmed Altaie a 40 anni aveva lasciato l’aria serena dell’Ovest per tornarsene dal Michigan ghiacciato al sole cocente del suo Medio Oriente: per amore. Del suo paese d’adozione, gli Stati Uniti d’America, che aveva l’onore di servire da militare. Del suo paese di nascita, l’Iraq appunto, che voleva aiutare a risorgere. Ma soprattutto della donna che lì aveva conosciuto durante un viaggio, ancora da civile, e che aveva deciso di sposare. E proprio per amore della sua Isra, romanzo nel romanzo, Ahmed, quando poteva, abbandonava la sicurezza della Green Zone per spingersi nel cuore di Bagdad, a trovare la bella moglie di vent’anni più giovane. 
È stato in una di queste fughe, cinque anni fa, che il sergente Altaie fu rapito da una delle bande di terroristi e sequestratori che infestavano l’Iraq liberato. Mamma Nawal e papà  Kousay, di Ann Arbour, Michigan, hanno aspettato per cinque anni che quell’incubo finisse: lui ingegnere meccanico, lei maestra elementare, emigrati dall’Iraq attratti dal sogno americano e catapultati in quest’incubo che li riportava nella terra d’origine. La mamma ha continuato a scrivere lettere ai rapitori: Ahmed è vostro fratello, liberatelo. Ma gli appelli sono rimasti nel cassetto, come i disegni che li accompagnavano: temeva che le lettere potessero avere l’effetto contrario, che qualche parolina avrebbe urtato quei fanatici. Solo dopo tre anni un video fatto al telefonino aveva acceso la speranza: Ahmed è vivo.
Il corpo finalmente ritrovato è stato riconosciuto l’altra sera. Ora che tutti i soldati americani si sono ritirati, anche il sergente Altaie può rientrare: in una bara. I genitori iracheni vogliono seppellirlo nel loro Michigan, dove li aveva raggiunti già  Israa. La ragazza per cui il sergente perse la testa ora lavora in un negozio di abiti da sposa. «Spero che quando ritornerà  – diceva – mi troverà  proprio qui, circondata dai vestiti bianchi». Ahmed l’iracheno è tornato nel suo Michigan e sua moglie l’aspetta già  vestita a lutto: neppure la fantasia di un romanziere avrebbe potuto pensare un finale più tragico.

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