La sicurezza? Una chimera fuori tempo

by Editore | 24 Febbraio 2012 10:03

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Nell’allineamento fra le leggi europee e la più stringente normativa italiana – ad esempio sul numero dei macchinisti a bordo – la tendenza è quella di privilegiare le prime. Così anche la sicurezza viene ridotta al minimo sindacale. A meno di (improbabili, ndr) finanziamenti pubblici mirati a specifici piani di intervento. 
Dalla puntuale esposizione del direttore dell’Ansf, Alberto Chiovelli, si sviluppa una fotografia con un po’ di chiaro e molto scuro. Le nuove tecnologiepermettono qualche piccolo passo avanti. Ma i punti critici restano tanti. Specialmente sulla manutenzione dell’infrastruttura e le condizioni del materiale rotabile. Prova ne sono le continue proteste delle amministrazioni regionali di fronte a disservizi di ogni genere sulle reti locali. Blocchi, cancellazioni e ritardi provocati di volta in volta dal maltempo, rotture di motrici, condizioni dei vagoni.
I numeri: o scorso anno ci sono stati 117 incidenti ferroviari gravi. Il dato è di poco superiore alla media degli ultimi 6 anni: 74 vittime e 36 feriti gravi. Il 92% degli incidenti è stato provocato da attraversamenti dei binari, suicidi esclusi. Le collisioni di treni sono state cinque, i deragliamenti sei. Invece per gli incidenti legati alle fuoriuscite di merci pericolose, l’immane tragedia di Viareggio ha portato a un sussulto di consapevolezza dei rischi. Anche se i treni merci, dopo un breve intermezzo, hanno ripreso a circolare a 100 all’ora anche nel passaggio dai centri urbani.

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