La Merkel in campo a fianco di Sarkozy a Parigi per sostenerlo alle presidenziali

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PARIGI – Un duetto senza sorprese, un numero di cui si potevano immaginare i contenuti prima della rappresentazione: Angela Merkel si è esposta personalmente per sostenere la rielezione di Nicolas Sarkozy. Con una conferenza stampa e un’intervista televisiva congiunte, la cancelliera e il capo dello Stato hanno trasformato il tradizionale consiglio dei ministri bilaterale in un episodio della campagna elettorale francese. Anche sei due appartengono a « partiti amici», in passato nessun cancelliere si era esposto in maniera così esplicita in una battaglia elettorale all’estero. Non a caso un portavoce del governo tedesco si è affrettato a precisare che la signora Merkel sostiene Sarkozy come presidente della Cdu, non come cancelliera.
Una distinzione secondaria per il grande pubblico che ha assistito all’intervista in onda al Tg delle 20. Per un presidente impopolare e largamente distanziato nei sondaggi, una delle poche carte da spendere è il suo ruolo internazionale, l’esperienza accumulata in cinque anni di mandato, le buone relazioni stabilite con la cancelliera dopo un una prima fase piuttosto turbolenta.
Presentarsi come un uomo essenziale dell’eurozona, come l’alleato indispensabile della Germania è considerato un atout: Sarkozy non smette di indicare il modello tedesco come un esempio cui ispirarsi e nei sondaggi l’immagine del grande vicino è molto buona. E per la Merkel è importante avere un amico fidato all’Eliseo: l’avallo francese è indispensabile per imporre in Europa le idee tedesche.
L’eventuale arrivo di Franà§ois Hollande aprirebbe invece una fase di incertezza, perlomeno nelle prime settimane. Qualsiasi presidente francese ha l’obbligo di lavorare con Berlino e di costruire un solido rapporto con il capo del governo tedesco, ma Hollande ha la velleità  di ridiscutere il trattato sulla disciplina di bilancio che sarà  firmato a Bruxelles fra poche settimane. Un’idea contro cui si è scagliato Sarkozy sotto lo sguardo comprensivo della Merkel: «Quando si firma un trattato s’impegna lo Stato, non questa o quella politica». La cancelliera ha ricordato in tv che quando è stata eletta la prima volta, il governo precedente aveva dato via libera alle trattative per l’adesione all’Ue della Turchia e che lei non ha rimesso in discussione la parola tedesca, anche se era contraria. Quanto alla richiesta di un appuntamento avanzata da Hollande, che vorrebbe essere ricevuto a Berlino prima del voto, «niente è deciso», anche se la Merkel sembra poco incline a ricevere il candidato socialista.
L’unica decisione concreta del vertice franco-tedesco riguarda l’obiettivo di avviarsi sulla strada di una convergenza dell’imposizione fiscale sulle società . Si tratta di trovare il modo per cominciare ad armonizzare le pratiche fiscali, una misura indispensabile per assicurare la stabilità  a lungo termine dell’eurozona.


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