La Grecia fatta a fette resta in piazza
ATENE – Riunione-maratona tra esecutivo, Fondo monetario e Ue, mentre fuori è sciopero generaleDecine di migliaia di ateniesi hanno sfidato per la seconda volta in meno di ventiquattro ore la forte pioggia e il vento manifestando fuori dal parlamento la loro rabbia contro le misure di tagli, recessione e disoccupazione che vuole applicare la «troika» per concedere al governo tecnico Papadimos il secondo maxi prestito e il resto del primo pacchetto di salvataggio.
Dentro i palazzi delle istituzioni ci sono invece state delle riunioni-maratone. La prima è stata fra il premier Papadimos e l’inviato del Fondo monetario internazionale Dallara, per concludere gli ultimi dettagli sul taglio del debito pubblico in mano ai privati. Sembra che lo stato greco non avrà voce nella ricapitalizzazione delle banche e sulla loro «salvezza». I cittadini pagheranno anche le malefatte dei banchieri greci, francesi, tedeschi ed altri senza il diritto di voto che garantiscono le azioni ordinarie per controllare le banche.
La riunione di Papadimos doveva essere seguita da quella con i tre leader che sostengono il suo governo, Papandreou, Samaras e Karatzaferis, per assicurare il loro consenso agli accordi con la troika e con i creditori, con ancora a seguire la convocazione del consiglio dei ministri per votare l’accordo finale. Il parlamento greco dovrà votare fino a domenica gli accordi con il Fondo monetario e lunedì sarà pubblicato il bando per la partecipazione dei creditori privati al cambio dei bot greci. Domenica sera, e per direttissima, il parlamento sarà chiamato a votare anche le linee maestre del secondo Memorandum.
«Merkozy» e «troika» utilizzano il ricatto del finanziamento del debito per costringere Papadimos ad accettare subito le loro pretese. Papadimos e specialmente i tre partiti che sostengono il suo governo tecnico hanno però difficoltà ad accettarle», perché sanno molto bene che questo secondo Memorandum può segnare la fine del sistema bipartitico greco come si era delineato dopo la caduta dei colonnelli. Papadimos e i suoi sanno anche che chi non sciopera o manifesta è contrario a queste politiche e nelle prossime elezioni, quando la «troika» le permetterà , i tre partiti del Memorandum la pagheranno.
I leader di sinistra insistono che le trattative di Papadimos con la «troika» sono di facciata, perché il Pasok, Nuova Democrazia e Laos avevano già accettato il quadro del nuovo Memorandum. Papandreou può avere problemi per avere il voto dei suoi deputati a favore del secondo Memorandum. Perfino il ministro delle Finanze Venizelos ha ammesso che la «troika» è una Idra di Lerna o Mostro di Lerna, cambiando e peggiorando di continuo le sue pretese.
La «troika» sembrava ieri sera che avesse rinunciato all’abolizione della 13esima e 14esima, proponendo di tagliare lo stipendio minimo e gli stipendi del settore privato del 20%. Tra l’altro chiede alla scadenza dei contratti collettivi la loro sostituzione con contratti aziendali o personali. Le pensioni integrative saranno tagliate del 15%, mentre resta ancora aperto il nodo di un nuovo taglio delle pensioni.
A parte i 15.000 licenziamenti nel settore pubblico nel 2012, la «troika» vuole l’abolizione completa del sistema delle garanzie legislative nel settore parastatale, l’abolizione del posto fisso e l’immediato allontanamento di chi lavora con contratti a termine, sostituzioni a ore nelle imprese ed enti a partecipazione statale.
Lavoratori, disoccupati, studenti e giovani hanno risposto in massa allo sciopero generale proclamato dai sindacati del settore privato e pubblico Gsee e Ededy. In decine di migliaia hanno sfilato ieri mattina fuori dal parlamento i due cortei, nonostante un tempo da lupi. Migliaia di ateniesi avevano partecipato lunedì sera all’appello dei partiti di sinistra per manifestare contro i tagli e la recessione, sotto un altro diluvio e un vento che ha strappato gran parte delle attrezzature delle edicole della piazza Syntagma.
Papadimos ha seguito una linea morbida evitando di schierare la polizia sui marciapiedi del parlamento e di accendere gli animi. Però quando un gruppo di giovani è andato vicino al milite ignoto per bruciare una bandiera tedesca e una con la croce uncinata, la polizia li ha allontanato con i manganelli e i gas, ferendo leggermente qualcuno di loro. Sindacati, organizzazioni e associazioni, partiti di sinistra e molta gente hanno promesso che resteranno in questi giorni ad assediare il parlamento.
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