il Costo dei Giochi: 800 Milioni l’Anno
ROMA — Domanda numero 12, gli alberghi: «Potete già indicare l’hotel destinato al Cio, il Comitato olimpico internazionale, durante la manifestazione?». Chissà se immaginava tutto questo il barone de Coubertin quando annunciò la fondazione del Cio per promuovere la pace tra i popoli. Scivolone nell’interesse privato a parte, il lungo questionario del comitato olimpico con le risposte degli organizzatori di Roma 2020 è solo il primo passo per candidarsi. In quelle pagine ci sono molti numeri di questa olimpiade mai nata: i costi previsti, gli impianti da costruire, il modo in cui saranno trovati i finanziamenti. Ma tra una tabella e l’altra c’è anche il rischio dell’autocelebrazione, come quando si afferma che i costi saranno bassi ma poi una commissione indipendente ribatte che servirebbero 800 milioni l’anno fino al 2018. Commissione che fu voluta dal governo Berlusconi per un esame supplementare sulla «compatibilità economica». Un gruppo di lavoro guidato da Marco Fortis, economista della Cattolica di Milano, coordinato da Franco Carraro, che con i mille incarichi tra politica e sport si è guadagnato il soprannome di poltronissimo. E del quale facevano parte altri cinque professori, compreso Giulio Napolitano, ordinario di diritto pubblico all’università di Roma tre e figlio del Capo dello Stato.
La commissione è andata al di là dei numeri secchi indicati dagli organizzatori, ha cercato di capire quale sarebbe stato l’effetto per l’Italia. Sarebbe cresciuto il Prodotto interno lordo? Sarebbe aumentata l’occupazione e, soprattutto, i conti pubblici sarebbero rimasti in ordine? È stato lo stesso Mario Monti a citare questo lavoro tra i documenti studiati prima di decidere. «Olimpiadi a costo zero» aveva sintetizzato qualcuno un mese fa quando la ricerca era stata presentata. In realtà in quelle cento pagine ci sono già i presupposti per il gran rifiuto: tra il 2014 e il 2018 sarebbe stato necessario trovare una copertura di 800 milioni l’anno. Anche se tutto fosse filato liscio, come da noi capita di rado.
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