Il carcere, gli ideali socialisti, le lotte del lavoro
Si tratta della quindicesima e ultima uscita della collana «Laicicattolici. I maestri del pensiero democratico», in vendita al giovedì con il «Corriere» al prezzo di 1,50 più il costo del quotidiano. Di origine ebraica, laureato in giurisprudenza, Foa aderì nel 1933 a Giustizia e Libertà e nel 1935 venne arrestato a causa di una delazione. Nel 1936 venne condannato a 15 anni di carcere dal tribunale speciale fascista. Liberato nell’agosto 1943, aderì al Partito d’Azione e fu un protagonista della Resistenza, quindi fu eletto deputato all’Assemblea costituente. Dopo lo scioglimento del P. d’A., s’iscrisse al Psi, di cui fu deputato tra il 1953 e il 1964. In quell’anno si oppose al centrosinistra «organico» e aderì alla scissione del Psiup. A partire dal 1948 militò nella Fiom e nella Cgil, di cui fu dirigente nazionale fino al 1970. Dopo la collaborazione con il suo maestro Di Vittorio, lavorò a stretto contatto con Trentin, Santi, Garavini, Pino Ferraris e altri. Dimessosi da ogni incarico sindacale, nel 1972 fu tra i fondatori del Pdup e, lasciato il Parlamento nel 1976, sospese l’attività politica dedicandosi agli studi storici e insegnando in varie università . Eletto senatore nel 1987 con la Sinistra indipendente, approvò la svolta di Occhetto e la trasformazione del Pci in Pds, a cui aderì nel 1991. Sostenitore dei Ds e dell’Ulivo, caldeggiò la nascita del Pd.
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