I segreti del “Data Pool 3” la spina nel fianco di Rupert Murdoch
LONDRA Ha un nome da fantascienza: Data Pool 3. È un immenso archivio digitale. Dentro ci sono centinaia di milioni di email, scambiate per anni tra i dipendenti dei quattro giornali inglesi di proprietà di Rupert Murdoch: News of the World, Sun, Times, Sunday Times. Era stato completamente cancellato, un anno fa, quando è scoppiato il Tabloidgate, lo scandalo delle intercettazioni illecite: il furto di conversazioni private, ai danni di membri della famiglia reale, leader politici, stelle dello show-business, familiari di vittime di orrendi crimini. Ma nulla viene mai veramente cancellato dal web. Scotland Yard ora ha recuperato l’archivio e ha cominciato a esaminarlo. Sulla base delle informazioni che contiene, sabato scorso la polizia ha effettuato nuovi arresti: quattro giornalisti del Sun. Potrebbe essere solo la punta dell’iceberg. Secondo Nick Davies, il reporter del Guardian che ha scoperto per primo questa colossale macchina di interferenze, corruzione e ricatti, il Data Pool 3 può diventare “il bastone che rompe la schiena del tycoon”: ovvero il grimaldello in grado di scassinare la cassaforte in cui Murdoch padre e suo figlio James, responsabile delle operazioni del gruppo in Europa, hanno chiuso i segreti del loro impero dei media. Finora sono state arrestate 17 persone nel corso dell’inchiesta, inclusi ex-direttori e amministratori delegati del News of the World, la testata domenicale al centro dello scandalo, che Murdoch ha chiuso l’estate scorsa nel tentativo, non è un modo di dire, di voltare pagina (si dice che in aprile dovrebbe lanciare un nuovo giornale domenicale, il Sunday Sun ). L’arresto di altri quattro giornalisti sembrava una notizia di scarsa importanza. Invece ne merita di più.
Per due ragioni.
La prima è che tutti e quattro non sono (ex) dipendenti del News of the World, bensì del Sun, il tabloid che è l’orgoglio della scuderia Murdoch, perlomeno in Inghilterra. E al Sun non erano pesci piccoli: sono il caporedattore dei notiziari, il capo della giudiziaria, l’ex-vicedirettore e un altro caporedattore. Non sono stati ancora condannati, ovviamente, e neppure incriminati: solo interrogati (in questo paese è necessario l’arresto per condurre un interrogatorio formale alla presenza di un difensore). Ma è un segnale che l’inchiesta sta allargandosi ad altri giornali. E non solo al Sun: un comunicato del gruppo Murdoch informa discretamente che è stata aperta “un’investigazione interna” anche al Times e al Sunday Times. Il sospetto è che la pratica di intercettare telefonini e corrompere poliziotti fosse in vigore in tutti giornali inglesi di Murdoch.
Il secondo motivo d’importanza è che dal Data Pool 3 sembra essere emersa la prova che James Murdoch e altri dirigenti hanno cercato di coprire le proprie malefatte, mentendo all’autorità giudiziaria e alla commissione d’inchiesta parlamentare. È ormai noto che il 4 gennaio 2011 il direttore del News of the World scrisse un email a Murdoch figlio chiedendogli un incontro urgente perché la questione delle intercettazioni illecite era «brutta come temevamo». Nella sua seconda deposizione parlamentare, Murdoch junior ha ammesso di avere ricevuto quella email, ma ha sostenuto di non averla letta tutta perché aveva fretta e dunque di non essersi reso conto che lo scandalo non riguardava soltanto qualche mela marcia ma assai di più. Ebbene, dall’archivio digitale ora recuperato dagli inquirenti risulta che l’email in questione fu cancellata da un tecnico meno di due settimane dopo, il 15 gennaio, insieme all’intero Data Pool 3. Curiosa combinazione, sebbene l’avvocato difensore di Murdoch la definisca una «pulizia digitale di routine». E non è finita: dal recuperato Data Pool 3 risulta che due mesi più tardi l’email scompare anche da un secondo archivio di riserva, quello dove va a finire la posta cancellata, stavolta per un «malfunzionamento del sistema, un incidente, come ne capitano spesso», si giustifica il suo avvocato.
Quante strane coincidenze in questa storia. Nessuno sa cosa ci sia dentro il Data Pool 3. Ci vorranno mesi a scoprirlo. È così grande che un team di investigatori cerca solo certe parole chiave, non proverà nemmenoa leggere tutte le email che contiene. Ma cresce l’impressione di un “cover-up”, una gigantesca operazione di copertura, con l’approvazione dello stesso Murdoch junior, per occultare la verità .
Related Articles
Cina, incriminata la moglie di Bo Xilai
“Omicidio volontario”, rischia la pena di morte. Lo scandalo scuote il partito
Viaggio in Brasile. Bolsonaro taglia, le università resistono
Viaggio a Campinas, terza città del Brasile. Tra gli studenti ancora scioccati per la vittoria di Bolsonaro e che vogliono misurare il suo tasso di fascismo. Ma preparano la rivincita
La sindrome del «ma anche»
OBAMA ALL’ONU Davanti all’assemblea generale delle Nazioni unite, ieri Barack Obama ha tenuto a New York il più obamiano dei suoi discorsi recenti, tutto un «da un lato», «ma anche dall’altro». Da una parte ha definito «volgare e degradante» il video contro Maometto aborrito dall’Islam, dall’altra ha difeso la libertà di espressione sancita dalla Costituzione americana.