by Editore | 19 Febbraio 2012 12:24
Così facendo, gli Stati uniti rischiano di trasformare quello che doveva essere un importante palcoscenico elettorale per Obama, in un braccio di ferro con i leader progressisti latino-americani, mettendo in crisi i propri alleati nella regione e rischiando che la già bassa popolarità gli Usa (e dello stesso Obama) ne esca ulteriormente ridimensionata. La battaglia diplomatica è iniziata ai primi di febbraio in una riunione dei paesi dell’Alba in Venezuela, in cui Correa ha proposto che i membri del blocco progressista non partecipino al 5Ëš Vertice delle Americhe se Cuba unico paese escluso – non fosse fra gli invitati. Il Dipartimento di Stato ha reagito come da manuale (imperiale) decretando che Cuba non può partecipare perché sono invitati solo i «leaders eletti democraticamente e di paesi membri dell’Organizzazione degli stati americani» (Osa). Grande imbarazzo della Colombia, uno dei principali alleati Usa (ospita 7 basi) impegnata in una soluzione diplomatica. Maria Angela Holguin, ministro degli esteri della Colombia, è venuta qui all’Avana dove ha verificato che Cuba vorrebbe partecipare al vertice, ma esclude in modo perentorio di accettare di far parte dell’Osa, organizzazione creata alla metà del secolo scorso dagli Usa per imporre la loro politica in Centro e Sudamerica. La posizione dei paesi dell’Alba (Cuba, Venezuela, Ecuador, Bolivia, Nicaragua, Dominicana, Antigua y Barbuda, Granadine) è stata ribadita mercoledì scorso in una riunione all’Avana dei ministri degli esteri del gruppo. «Non invitare Cuba significa correre il rischio non solo che questo sia l’ultimo vertice ma anche l’ultima cena, perché non credo sia accettabile che gli Usa decidano senza consultare gli altri stati membri», ha affermato il ministro ecuadoriano, Ricardo Patià±o. La decisione definitiva, se partecipare o boicottare il vertice, sarà presa solo dopo che la Colombia avrà accettato o meno di invitare Cuba. Per il presidente Obama ha sul suo tavolo, comunque, una mela avvelenata. In casi di partecipazione, i leader dell’Alba hanno confermato che porranno all’ordine del giorno il problema del cinquantennale (e fallimentare) embargo Usa a Cuba e della sovranità argentina sulle MalvinasFalkland, riportato all’ordine del giorno dopo le avventate dichiarazioni e iniziative del premier britannico Cameron.
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