by Editore | 23 Febbraio 2012 7:25
MILANO – I mercati non credono alla Grecia. Nonostante l’accordo appena raggiunto con la Ue per una nuova tranche di aiuti da 130 miliardi, temono i risultati delle elezioni anticipate di aprile. E, soprattutto, non si fidano delle reali intenzioni di Atene: sempre più refrattaria, non tanto nell’approvare i nuovi tagli alla spesa pubblica e agli stipendi assicurati dal governo tecnico di Lucas Papademos, quanto a procedere nelle riforme strutturali all’economia, a cominciare dalla lotta all’evasione fiscale.
Sono questi, in sintesi, le ragioni che hanno provocato la giornata negativa sulle Borse di tutta Europa. Oltre alla decisione degli analisti di Fitch: l’agenzia di rating ha abbassato il rating a lungo termine della Grecia a “C” da “CCC”. Altri due gradini persi proprio in seguito all’accordo, perché – a suo dire – l’accordo con i creditori privati per la ristrutturazione del debito equivale a un default, per quanto controllato.
La Borsa di Atene ha vissuto una ennesima giornata negativa, con una ondata di vendite che ha costretto il listino greco a chiudere con un calo del 5,67%. Non a caso, il governo ellenico sta pensando di Il governo greco sta verificando di posticipare le elezioni parlamentari, secondo quanto ha rivelato il ministro dell’Ambiente Giorgos Papakonstantinou al settimanale tedesco Die Zeit.
Ma non è andata meglio alle piazze del vecchio Continente, tutte in rosso, anche se non con perdite drammatiche: Londra ha lasciato solo lo 0,2%, Parigi lo 0,52%, Francoforte lo 0,93% così come Milano che ha chiuso in calo dello 0,92%. In particolare, per l’Italia c’è purtroppo da registrare una ripresa dello spread, il differenziale tra i tassi dei Btp e dei Bund tedeschi: si è riportato a quota 362, dopo essere sceso sotto la soglia psicologica dei 350 punti.
Del resto, che la giornata non sarebbe stata delle migliori lo si è capito fin dalla mattinata, quando è uscito il dato sull’indice sulla produzione delle Pmi europee, calato un po’ ovunque nel mese di febbraio, compresa la Germania. Ma è anche vero che nelle ultime settimane le condizioni climatiche sono state avverse in tutto il continente e ne hanno risentito tutte le attività economiche. Ma più di un’analista fa notare che l’Eurozona rischia di avviarsi verso una fase di stagnazione, più che di recessione che potrebbe durare per tutto il 2012.
Allo stesso modo, ci si dovrà abituare a nuovi scossoni sui mercati causati dalla vicenda della Grecia,. Come spiega Marco Valli, capo economista area euro del gruppo Unicredit: «Il secondo pacchetto di aiuti ha evitato un default disordinato, ma gli investitori non si fidano di quello che potrebbe accadere dopo le elezioni. Soprattutto – prosegue – se dovessero imporsi quei leader politici più critici nei confronti delle misure di austerità e delle richieste della troika. Inoltre, non si vede ancora quella determinazione a procedere nelle riforme strutturali, a partire dalla lotta all’evasione fiscale, che vengono richieste per concedere gli aiuti economici».
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