Governo di soli tecnici ad Atene come per Monti?

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Alla Germania non basta la creazione di un suo mini protettorato in Grecia. Berlino sembra preferire un diretto fallimento della Grecia, mentre i burocrati della Ue cercano di evitare un nuovo ciclo di instabilità  per la crisi del debito in Europa assicurando la sopravvivenza del paese fino alle prossime elezioni. Ma quante sono veramente le probabilità  di concedere ai greci il diritto di voto ad aprile? La Germania e parte della Commissione Europea familiarizzano con l’idea di un nuovo governo di Papadimos, completamente tecnico, come quello italiano di Monti. La Commissione europea nel frattempo cerca di salvare il salvabile cominciando dal cambio dei bot greci nelle mani dei privati e dal regalo della ricapitalizzazione delle banche greche. I ministri delle finanze greco Venizelos e questa della pubblica istruzione ed ex commissaria europea Diamantopoulou hanno avvertito che le elezioni a breve saranno un disastro sul disastro in atto. Venizelos ha avvertito che certi paesi dell’eurozona vogliono l’uscita della Grecia dalla zona euro, alimentando la speculazione sui mercati. 
La Germania e i suoi alleati dicono che non si fidano che la Grecia applicherà  le misure imposte. In realtà  hanno solo paura, perché sanno che queste misure non potranno risolvere i problemi del paese. Tra l’altro Merkel rischia di far passare dal parlamento tedesco il finanziamento del secondo pacchetto di salvataggio della Grecia con i voti della opposizione a causa della ribellione di quasi quaranta deputati della sua coalizione. Sarà  espulso qualcuno di loro? La politica di Merkel mostra le sue crepe, come hanno ripetuto ieri con insistenza leader socialdemocratici, verdi e di sinistra. Il quotidiano inglese The Independent ha disegnano Merkel come Kronos di Goya che mangiava i suoi figli per la paura di perdere il potere. Perfino il direttore del quotidiano comunista francese Humanité ha chiesto provocatoriamente alla Bce di prestare alla Grecia i fondi necessari con gli interessi del 1%. Gli stessi con i quali la banca centrale prestava alle banche private per speculare contro i bot degli stati dell’Europa del Sud alimentando la crisi del debito.
La borsa di Atene è crollata con perdite del 5,11% ieri sera, grazie alla fuga degli «investitori» dopo l’indecisione dell’Eurogruppo di dare la luce verde agli aiuti, nonostante il governo greco avesse aggiunto altri tagli per 325 milioni di euro dalle pensioni e soddisfare l’ultima questione aperta con la «troika». 
Nel frattempo in una riunione interministeriale ieri sera, capeggiata dal arrogante vicepresidente del governo Pangalos, si è discusso per cambiare in fretta le leggi per le manifestazioni nei centri urbani.


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