Eurozona in recessione, Italia tra i peggiori

by Editore | 24 Febbraio 2012 7:31

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ROMA – L’Italia trascina l’eurozona in recessione. Le previsioni per il 2012 pubblicate ieri dalla Commissione europea correggono fortemente al ribasso le proiezioni dell’autunno scorso. La zona euro registra una flessione dello 0,3 per cento del Pil, mentre a novembre si prevedeva una crescita dello 0,5. L’Ue a 27 resta in stagnazione. L’Italia subirà  una contrazione dell’1,3 per cento, la più alta d’Europa dopo Grecia e Portogallo. Oltre a noi, sono in recessione altri sette Paesi dell’eurozona: Spagna (-1,0 per cento); Olanda (-0,9 per cento); Grecia (-4,4 per cento); Portogallo (-3,3 per cento); Belgio (-0,1 per cento); Slovenia (-0,1 per cento) e Cipro (-0,5 per cento). La Germania continua a crescere, ma solo di un debole 0,6 per cento, così come la Francia che registra un +0,4 per cento: risultati che non consentono di trainare le altre economie. 
Nel presentare questi dati il commissario europeo Olli Rehn non ha però tracciato un quadro fosco della situazione. Anzi. Dalle sue parole risulta che il primo semestre sarà  quello in cui si toccherà  il fondo, ma che già  stanno maturando le condizioni per superare la crisi dei debiti sovrani. «Nonostante la crescita si sia arrestata – ha spiegato – stiamo assistendo a segnali di stabilizzazione dell’economia europea. Lo stress nei mercati finanziari si sta attenuando. Con un’azione decisa, siamo adesso in grado di girare l’angolo e passare dalla stabilizzazione alla promozione di crescita e creazione di occupazione». Per Confindustria la contrazione dell’attività  economica «rimane marcata», per questo è prevista «un’accentuazione della caduta del Pil nel primo trimestre»,
In particolare per l’Italia Rehn ha usato espressioni di forte apprezzamento per la manovra varata dal governo «che consentirà  di riportare in pareggio il bilancio nel 2013». 
Il complesso delle manovre varate dal maggio scorso, ha spiegato, «vale cento miliardi di euro: pari al sette per cento del Pil». Naturalmente una cura così drastica ha penalizzato la domanda interna, portando il Paese in recessione. Tuttavia, secondo la Commissione, «l’attività  economica in Italia dovrebbe stabilizzarsi, a condizione che non vi siano ulteriori peggioramenti della situazione sui mercati finanziari e che vi sia uno spread attorno ai 370 punti base fra i titoli di Stato italiani e tedeschi a 10 anni». Per quanto riguarda l’inflazione, dovrebbe restare al 2,9 per cento, superiore alla media europea del 2,1 per cento e sostanzialmente uguale all’anno scorso. Tuttavia quest’anno Bruxelles ha già  preso in conto l’effetto di un possibile rialzo dell’Iva ad ottobre, come ipotizzato dal decreto «Salva Italia». 
Le cattive notizie che arrivano dalla Commissione erano ampiamente attese a Roma. « La previsione pubblicata oggi dalla commissione Ue non è una sorpresa. Non occorre una nuova manovra, perché nel pacchetto salva Italia abbiamo tenuto conto di una previsione molto precauzionale sul Pil», ha spiegato il presidente del Consiglio Monti che ieri ha ricevuto il nuovo capo del governo spagnolo Mariano Rajoy. «Italia e Spagna, per favorire la crescita e l’uscita dalla recessione, devono fare affidamento, non soltanto sui lavori in corso nelle loro case, ma anche sul condominio europeo», ha commentato il capo del governo. E In effetti nella bozza delle conclusioni del prossimo vertice europeo del primo marzo, i capi di governo prevedono che i Paesi con i conti più in ordine non rafforzino le politiche di rigore in modo da favorire la ripresa economica e «trainare» le economie che oggi sono costrette a tagliare bruscamente le spese. 
Ma in questa fase, come ha spiegato ieri anche il commissario Rehn, la chiave della crescita è nella possibilità  di porre fine alla crisi dei debiti e di riportare gli spread sui tassi a livelli accettabili. Per questo ieri la Commissione è tornata a chiedere a gran voce un rafforzamento del «firewall» europeo a difesa dei Paesi più indebitati. Una richiesta fortemente sostenuta dall’Italia ma che incontra ancora ostinate resistenze in Germania. «C’e’ bisogno di rafforzare ulteriormente il firewall oltre a consolidare i conti come stanno facendo Italia e Spagna – ha spiegato ieri Olli Rehn – da una parte c’è il trattato sulla disciplina di bilancio, dall’altra ci deve essere, in parallelo, un maggiore sforzo per aumentare la capacita’ di risposta della Ue alla crisi»

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