by Editore | 2 Febbraio 2012 8:04
ROMA – A Roma, l’anno nero della sicurezza, tra rapine, omicidi e agguati, dura da più di 365 giorni. Il risultato è che nella capitale il 2012 è iniziato lì dove era finito il 2011, con un copione che si ripete, in cui cambiano le vittime e le metafore per descrivere una città che, l’anno scorso, ha contato 35 omicidi e visto crescere dell’11% proprio le rapine. E, ora più che mai, dopo i richiami al «far west» e alla «Chicago degli anni ’20», si torna agli «anni ’70», quando la capitale, prima ancora della banda della Magliana, era terreno di conquista per le rapine dei marsigliesi di Albert Bergamelli. A quel periodo e a quello «stile» fanno riferimento oggi i commenti dei commercianti e dei partiti che rovesciano sul sindaco Gianni Alemanno la responsabilità di aver reso la città più insicura dopo aver vinto proprio su questi temi le elezioni del 2008. Lui si difende, rilancia, si appella alle forze dell’ordine e al ministro dell’Interno, spiega che «bisogna fare molto di più nonostante gli sforzi messi in atto da polizia e carabinieri. La strategia di contrasto alle bande criminali e allo spaccio di droga non ha ancora registrato il salto di livello». La sequenza di ieri lo dimostra.
«Ci allarma il fatto che in pieno giorno e in pieno centro si possa perpetrare una rapina con queste caratteristiche. Ad eccezione dei “furti con destrezza” da Cartier e Capuano, questo genere di rapine in stile anni Settanta negli ultimi anni si erano molto diradate», spiega Paolo Paolillo, delegato alla sicurezza di Confcommercio. E dello stesso avviso è anche Confesercenti che da mesi denuncia le difficoltà dei commercianti romani stretti tra pizzo e usura: «Ci dicono di stare tranquilli – si sfoga il presidente Valter Giammaria – ci dicono che i reati sono in diminuzione ma i fatti dicono altro: dicono che dai benzinai ai gioiellieri passando per i supermercati, sono tutti vittime continuamente di furtie rapine». La richiestaè una sola: «Vogliamo più polizia e carabinieri sul territorio». I 400 uomini in più promessi dal Patto per la sicurezza sono arrivati in città in questi giorni ma gli effetti non sono ancora visibili. Tanto che, secondo un sondaggio commissionato dal Pd a Swg, «il 71% dei romani non si sente sicuro nella capitale, il 72% boccia Alemanno e il 64% è convinto che con lui i problemi della sicurezza siano aumentati». Questo secondo i dati del Pd. Perché per il Campidoglio le cose stanno diversamente: «Più della metà dei romani (il 55%) si è detto abbastanza o molto sicuro», recita il controsondaggio di Ipsos.
Cifre a parte, però, lo scontro sulla sicurezza si registra anche tra gli stessi commercianti. Perché dentro Confcommercio le opinioni sono differenti e il presidente romano, Giuseppe Roscioli preferisce «contestualizzare» e puntare il dito sulla crisi e sui suoi effetti: «Aspetterei a ricondurre questi episodi di criminalità soloa un problema di sicurezza. A mio avviso vanno inseriti nel difficile contesto della crisi». E le associazioni di Via Condotti e via Frattina (a due passi da dove sono avvenute la rapine di ieri) invitano a non strumentalizzare «sporadici avvenimenti di malavita che sono nella natura della cose». Esattamente ciò che contesta il centrosinistra che considera 39 omicidi e decine di rapine in 13 mesi tutto fuorché episodi sporadici.
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