Direzione carceri, via Ionta al suo posto Tamburino

by Editore | 2 Febbraio 2012 9:38

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ROMA – Blitz del Guardasigilli Severino sulle carceri. Via l’attuale direttore Franco Ionta. Al suo posto Giovanni Tamburino. Magistrato famoso per la sua attività  di giudice istruttore a Padova – sua l’inchiesta sulla Rosa dei Venti che portò alla richiesta d’arresto per il capo del Sid Vito Miceli – , oggi è al vertice del tribunale di sorveglianza per il Lazio. A dare il via libera sarà  domani il consiglio dei ministri.

Una nomina decisa in un pomeriggio. Martedì il ministro della Giustizia Paola Severino chiama nel suo ufficio Tamburino. Che arriva da piazza Adriana dove, nel palazzetto che ospita anche il tribunale dei ministri, c’è il suo ufficio.

Sedici magistrati sulla carta, 13 effettivi, che si occupano delle carceri di tutta la Regione, dei 41bis di tutta Italia, e di tutti i pentiti. Lei gli propone la direzione del Dipartimento delle carceri, una delle poltrone di maggior potere, ma anche più difficili del dicastero. Tamburino, che fino a quel momento non aveva avuto alcuna indiscrezione su una simile proposta, ovviamente la accetta.

Confesserà  ai suoi amici di essere rimasto favorevolmente sorpreso da una scelta che, per le modalità  in cui è avvenuta, premia solo il suo lavoro. Ma i sindacati, Sappe e Uilpa, la contestano. Il primo dice che «non servono teorici del diritto», il secondo chiede «continuità » in luogo «di uno spoil system indiscriminato».

Tamburino, 69 anni, in magistratura dal 1970, è tra i fondatori del Movimento per la giustizia, la corrente che in quegli anni, siamo nell’88-89, vide l’impegno intenso di Giovanni Falcone. Al Dap Tamburino ha già  trascorso sei anni della sua vita, dal ’99 al 2005, come direttore dell’ufficio studi e ricerche. Adesso ci arriva come direttore e prende il posto di Ionta, ex procuratore aggiunto a Roma, titolare per anni d’inchieste sul terrorismo, scelto per il vertice da Angelino Alfano. Una direzione in cui esplode il sovraffollamento con la cifra record di quasi 69mila detenuti.

E su Ionta, come riferisce l’ Espresso da domani in edicola, incomberebbe anche una ristrutturazione da 500 mila euro per la casa in via Giulia di pertinenza del direttore.I lavori, cominciati dopo il suo arrivo al vertice del Dap, sarebbero lievitati senza badare a spese.

Ionta, comunque, non ci è mai andato ad abitare.

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