Decreto carceri il governo incassa la fiducia

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Nel voto di fiducia del 18 novembre scorso i si’ erano stati 556, il 16 dicembre sulla manovra 495, mentre il 26 gennaio sul dl milleproroghe erano ulteriormente scesi a 469. Tra i punti principali del decreto legge sulle carceri del ministro Severino ci sono: la destinazione agli arresti domiciliari, in prima istanza, degli arrestati in flagranza per reati minori di competenza del giudice monocratico in seconda istanza le camere di sicurezza; la possibilita’ di scontare gli ultimi 18 mesi di pena residua ai domiciliari (si estende di 6 mesi quanto era gia’ stato previsto dal ddl Alfano); la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari (gli opg) entro il 31 marzo 2013.

La norma piu’ contestata del decreto carceri, su cui oggi la Camera ha votato la fiducia, e’ quella introdotta al Senato con un emendamento a prima firma Luigi Lusi (Pd), che retrodata al primo luglio 1988 la possibilita’ di chiedere risarcimento per ingiusta detenzione. Per quanto il governo e i relatori e i gruppi di maggioranza alla Camera abbiano espresso perplessita’ sull’articolo (il 3-bis), si e’ deciso di non sopprimerla per non far tornare il testo in terza lettura a Palazzo Madama mettendone a rischio la conversione in legge (il dl scade 20 febbraio). Pdl, Pd e Terzo Polo (Udc, Fli, Api) hanno pero’ presentato un ordine del giorno, che sara’ votato in aula martedi’ prossimo, per chiedere un impegno al governo a rimediare agli effetti di disparita’ che si creerebbe tra chi ha subito un torto per ingiusta carcerazione dal primo luglio ’88 in poi e chi prima di quella data. (DIRE)

 

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