Da 20 anni latitante in Brasile in attesa che si facesse giustizia

by Sergio Segio | 16 Febbraio 2012 18:29

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Fino all’ultimo secondo, fino a poco prima che la Corte di Cassazione, nel 1992, pronunciasse la sentenza che lo condannava all’ergastolo, Gaetano Santangelo era rimasto in Italia aspettando fiducioso in una decisione positiva. Solo quando seppre che non c’era nulla da fare, lasciò il nostro Paese destinazione Rio De Janeiro (“Partii con un regolare passaporto direttamente per il Brasile. Nessuna avventura, nessun giro attraverso il Paraguay come scrissero i giornali dell’epoca”). In Brasile vive tutt’ora con la moglie (che lo raggiunse dopo un po’) ed un figlio che adesso ha 21 anni. Fino all’ultimo fino a quella pronuncia defitiniva della Cassazione che condannava all’ergastolo lui, Giuseppe Gulotta e Vincenzo Ferrantelli per l’uccisione di due carabinieri nella caserma di Alcamo nel 1976, Santangelo, che all’epoca dell’omicidio aveva 17 anni e, oggi, ne ha 53, aveva sperato che la giustizia facesse giustizia.

Adesso, dopo 36 anni dal suo primo arresto, la giustizia sta arrivando a mettere la parola fine a un calvario che, tecnicamente, si chiama “latitanza” (“ma il Brasile ha detto no all’estradizione e io sto qui del tutto in regola”). Perché adesso, dopo che Gulotta finalmente è stato riconosciuto innocente, per Santangelo e Ferrantelli è cominciato il processo di revisione a Catania, che non si svolge davanti ad una normale Corte d’appello, ma davanti al Tribunale dei Minori perché all’epoca entrambi erano ragazzini, ingiustamente arrestati, ingiustamente torturati ed ingiustamente condannati all’ergastolo.

Abbiamo raggiunto Santangelo in Brasile dove lavora nell’edilizia (“ho la mia squadra di muratori”) che ha accettato di parlare con “Repubblica it” precisando però di non volere entrare nel merito della vicenda giudiziaria perché il suo processo è appena iniziato. Ecco cosa ci ha raccontato, ecco come ha vissuto fino ad ora in Brasile, le sue speranze il desiderio di tornare in Italia, il desiderio di rivedere i suoi parenti i suoi vecchi amici. E ci ritornerà  quando sarà  dichiarato ufficialmente innocente, quando finalmente gli toglieranno di dosso l’accusa infamante di avere ucciso due carabinieri che furono uccisi da altri.
ASCOLTA LA TELEFONATA DI SANTANGELO

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