Cuba, il giallo dell’italiano precipitato dalla questura «Ha ceduto un muro»

by Editore | 21 Febbraio 2012 9:34

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Una caduta nel vuoto accidentale, nella quale Avelli sarebbe stato coinvolto con un altro straniero, e dovuta al crollo di un parapetto sul quale i due erano appoggiati. Secondo quanto riferito al Corriere da Caridad Caballero Batista, attivista e giornalista indipendente di Holguin, città  dove è avvenuto il fatto, lo scorso 15 febbraio un muro di protezione di una terrazza al secondo piano di un edificio ha ceduto, facendo cadere in strada i due. Un giovane spagnolo sarebbe tuttora ricoverato in gravi condizioni, mentre per l’italiano non c’è stato niente da fare. Avelli si è ferito gravemente alla testa, ed è deceduto poco dopo.
Sulla vicenda pesa il silenzio delle autorità  cubane e l’angosciosa attesa della famiglia in Italia, alla quale è stata appena comunicata la morte del giovane. «È normale qui a Cuba — spiega Caridad Caballero —. Questo genere di notizie non vengono divulgate, anche quando coinvolgono stranieri. Però non ho dubbi che si sia trattato di un incidente. Tutti abbiamo visto quel parapetto sbriciolato sulla strada, è una via centrale della città ». Ad aggiungere mistero alla tragedia esistono comunque altri elementi. L’edificio è la sede del servizio emigraciòn della polizia di Holguin, dove i cubani vanno a richiedere il passaporto e gli stranieri a presentare pratiche sul loro soggiorno. Perché Avelli si trovava su quella terrazza? Stava accompagnando qualcuno, o era andato in quell’ufficio per ragioni proprie? In questo caso, l’unico motivo possibile era la richiesta di proroga del visto turistico, che a Cuba ha la validità  di un mese. Ma Avelli, insieme a due amici, era arrivato sull’isola il 7 febbraio, e soprattutto non aveva mai manifestato l’intenzione di spostare il ritorno in Italia, previsto per fine mese. Al contrario, nelle ultime conversazioni con gli amici, dai quali si era separato pochi giorni dopo l’arrivo, il falegname aveva espresso l’intenzione di rientrare a casa prima del previsto. Ai familiari, per telefono, aveva detto di sentirsi a disagio e forse seguito da qualcuno. Dai due compagni di viaggio si era separato proprio perché voleva andare a Holguin. L’ambasciata italiana all’Avana sta seguendo il caso, aspettando chiarimenti dalle autorità  cubane: non è ancora avvenuto l’annunciato incontro tra l’ambasciatore italiano e gli inquirenti. Il corpo del giovane potrà  essere rimpatriato solo dopo l’autopsia.

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