by Editore | 14 Febbraio 2012 7:41
ROMA – Giorgio Squinzi sembra più vicino alla presidenza della Confindustria. Nella corsa alla successione ad Emma Marcegaglia il patron della Mapei ha incassato ieri il sostegno importante della maggioranza di Assolombarda, quello di Unindustria Roma, della Liguria, della Federchimica, di Lecco e della Federacciai. Con il presidente della Brembo, Alberto Bombassei, l’altro candidato, si sono schierati gli industriali del Friuli Venezia Giulia, quelli di Bergamo e di Brescia. Niente di definitivo, ancora, ma certo segnali di un certo rilievo: Assolombarda, cioè l’associazione di Milano, è la struttura territoriale più influente nella composizione degli organismi confindustriali. Ha a disposizione 20 dei 187 voti della Giunta che il 22 marzo prossimo designerà il nuovo presidente. E ieri 16 dei 20 voti sono andati a Squinzi, quattro a Bombassei. Quello milanese è da sempre un passaggio chiave per la salita al vertice di Viale dell’Astronomia. Tradizionalmente chi prevale a Milano finisce per vincere la partita. Che ancora, va detto, non è chiusa. Bombassei è convinto di avere ancora chance e intende andare fino in fondo.
La scorsa settimana si erano schierate dalla parte di Squinzi tutte le otto regioni del Sud (20 voti) e in serata indiscrezioni raccontavano di un incontro dell’imprenditore con l’ad dell’Eni Paolo Scaroni, segno di un altro appoggio pesante. Torino, area nella quale si sente ancora l’influenza della Fiat che pur essendo uscita da Confindustria è rimasta iscritta all’Unione industriale cittadina, sta dalla parte di Bombassei, l’unico della squadra uscente che ha mantenuto buoni rapporti con Sergio Marchionne. È con Squinzi l’industria del tessile e della moda, così come i costruttori dell’Ance. La prossima settimana si schiererà la Federmeccanica ma non è detto che vada in maggioranza con Bombassei che per due mandati ha guidato i metalmeccanici. L’Emilia Romagna sta con Squinzi a parte Parma, Modena e Ravenna. Non dovrebbe dare indicazioni la Piccola industria, anche se dovrebbe essere per la stragrande maggioranza per l’imprenditore della chimica. Stesso discorso per i Giovani. Venerdì sarà la volta della Toscana (dovrebbe prevalere Squinzi)
La rinuncia di Andrea Riello (era il terzo candidato) a sfidare Squinzi e Bombassei ha aperto la caccia ai voti del Veneto. Riello, infatti, era il candidato del nord est. Dunque è tempo di trattative. Per questo non è detto – come sembrava in un primo momento – che il Veneto diventi terra di facile conquista per Bombassei, nativo, per altro, di Vicenza. Bombassei e Squinzi sono due imprenditori molto simili, guidano due multinazionali tascabili (l’uno nelle produzione dei freni, l’altro di sigillanti per l’edilizia), hanno alle spalle una lunga vita associativa (rispettivamente nella Federmeccanica e nella Federchimica). La divisione più marcata riguarda le relazioni industriali: “falco” Bombassei, dialogante Squinzi. Il consenso di questa fase su Squinzi potrebbe anche dire che le imprese non hanno voglia di conflitti.
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