Con Bill Gates 8 anni dopo «Io ero Commissario Ue…»

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Ieri pomeriggio il passato burrascoso fra il fondatore di Microsoft e colui che gli inflisse una multa da mezzo miliardo di dollari, che poi lievitò di tre volte fra appelli e sentenze giudiziarie, si è chiuso in un attimo e con un solo accenno. 
Non si vedevano e sentivano da allora, da quel 2004 in cui alcune teleconferenze fra Bruxelles e Redmond, nello stato di Washington, incrociavano gli argomenti del miliardario e del Professore in modo tutt’altro che conviviale: il primo convinto di non dover sborsare un solo dollaro di multa e di non dover cedere di un millimetro alle richieste del querelante, la concorrente Sun Microsystem, e il secondo deciso, come fece e scrisse, «a stabilire una certezza giuridica su cosa vuole dire abuso di posizione dominante nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione».
Ma da allora ad oggi è passato molto tempo: il Commissario europeo di una volta ha fatto altra strada, è presidente del Consiglio italiano, e Gates ha anche lui cambiato percorso, dedicandosi quasi a tempo pieno alla sua, e di sua moglie, “Bill & Melinda Gates Foundation”, fondazione multimiliardaria che in quanto ad efficacia nelle politiche di sostegno alimentare ai Paesi in via di sviluppo compete con le maggiori agenzie internazionali.
Agenzie, come quelle che ricadono sotto la gestione della Fao, cui Gates oggi si permette (anche se dall’alto di una montagna di dollari) di dettare l’agenda, di denunciarne le inefficienze, di dire quello che dovrebbero e non dovrebbero fare. Come due giorni fa nella sede romana dell’agenzia alimentare delle Nazioni Unite, quando ha espressamente strapazzato i dirigenti mettendone in dubbio progetti e capacità  di raggiungere gli obiettivi. Siete «datati», è stata l’accusa, mentre si diceva pronto a staccare un assegno da 200 milioni di dollari per alcuni obiettivi concreti.
Del suo nuovo mestiere Gates ha parlato ieri con il premier Monti in un incontro chiuso alla stampa, di quasi un’ora, nel corso del quale il proprietario del sistema operativo più diffuso al mondo ha passato in rassegna tutte le iniziative che promuove la sua fondazione, in Africa e in altri Paesi: gli accordi con le multinazionali farmaceutiche per i vaccini contro la malaria e le altre malattie che causano mortalità  infantile, quelli con le imprese di biotecnologie per la creazione di semi di 16 varianti di mais resistenti alla siccità .
Ma oltre al mais e ai vaccini si è poi passati ad un tema molto più prosaico e in questo caso Bill Gates ha smesso di illustrare e ha cominciato a chiedere. In particolare dei tanti impegni presi dal nostro Paese, negli ultimi anni, nei vertici internazionali, in tema di aiuti finanziari per la lotta alla fame, al sottosviluppo, alle malattie di molte aree sottosviluppate del pianeta. Una mezza dozzina li ha firmati Berlusconi, anche al G8 dell’Aquila, ma sono rimasti sulla carta.
Le cifre dicono che l’Italia è fra gli Stati più inadempienti nell’ottemperare alle obbligazioni sottoscritte. Gates l’ha ricordato, ma è stato anche comprensivo: «So dei vostri problemi di bilancio, ma sono sicuro che una volta superati sarete pronti a fare il vostro dovere». 
E Mario Monti non poteva che rispondere positivamente, ribadendo «l’impegno dell’Italia a favore di salute e sviluppo, auspicando che il processo di risanamento dell’economia consenta quanto prima al nostro Paese di tornare a confermare il suo storico ruolo di protagonista in materia di aiuti allo sviluppo», come ieri sera si leggeva nel sito del governo.


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