Blocco dei trasporti e scioperi, la Catalogna scende «en la calle»

by Editore | 24 Febbraio 2012 9:52

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BARCELLONALe minacce contro i lavoratori del trasporto di Barcellona (Tmb) non hanno prodotto l’effetto che il governo sperava. Lo sciopero di metro e bus annunciato per lunedì, martedì, mercoledì e giovedì prossimi è stato confermato. Non solo. A dar man forte ai lavoratori dei trasporti ci saranno anche le assemblee dei barrios (costole del movimento che occupò Plaza Catalunya lo scorso maggio, sulla scia dell’occupazione madrilena di Puerta del Sol) e lavoratori di altre categorie che già  si stanno organizzando per lunedì sera alle 19, quando in Plaza Espana è stata convocata la manifestazione di Tmb. Sono in molti a pensare che la prossima settimana segnerà  una nuova fase nel movimento del 15-M, che in questo inverno ha continuato a lavorare soprattutto nei quartieri.
A dare particolarmente fastidio al governo è il fatto che i quattro giorni di sciopero dei trasporti coincidono con il Mobile World Congress, il congresso internazionale per la promozione dei cellulari che si terrà  in quei giorni alla Fiera di Barcellona, in Plaza Espana. Il governo teme che i congressisti non riescano a arrivare alla Fiera e per questo sta già  approntando un piano di emergenza con trasporti privati. 
Lunedì lo sciopero sarà  di ventiquattro ore e proprio all’assemblea di Plaza Espana saranno decise le modalità  dell’azione dei giorni successivi, come ha spiegato il presidente del comitato di impresa della metro di Barcellona, Pere Ramon (Cgt). Lo sciopero, contro i tagli e l’aumento del prezzo dei biglietti, sarà  l’occasione per il movimento 15-M di ritornare in piazza contro la riforma del lavoro del governo Rajoy. Lo scorso fine settimana ci sono stati cortei in tutta la Catalogna e non solo. A Valencia la polizia spagnola ha attaccato gli studenti che manifestavano contro i tagli. Dopo gli arresti di martedì scorso, mercoledì c’è stata una nuova oceanica manifestazione di studenti, genitori e insegnanti uniti dallo slogan: non siamo nemici. Il riferimento era al capo della polizia che ha giustificato le cariche sostenendo che «al nemico» bisogna rispondere. 
Le conseguenze dei tagli alla scuola parlano chiaro: in Spagna sono oltre 11 milioni e mezzo le persone a rischio di povertà  o esclusione sociale. I poveri nella Unione europea sono 84 milioni, di questi il 10,7 percento (cioè il 22 percento delle famiglie del paese) è in Spagna. E la cifra sta aumentando secondo il rapporto recentemente pubblicato dalla Fondazione Foessa. I tagli incidono sulla scuola: di questi giorni i dati secondo cui la maggioranza degli istituti secondari catalani ormai non riesce più a pagare le bollette e chiede di continuo aiuto ai genitori. Sono già  36 gli istituti che non ce la fanno a pagare le bollette mentre 99 sono a rischio e ammoniscono che già  il prossimo anno saranno in piena crisi. Solo 3 (su 193) gli istituti che dicono di non avere problemi economici.
La prossima settimana in Catalogna sarà  una settimana «en la calle»: manifestazioni differenti sono annunciate per appoggiare lo sciopero dei trasporti. Il 30 gennaio scorso la direzione di Transports Metropolitans de Barcelona ha comunicato il congelamento dei salari per 3.200 lavoratori. Di fronte alla proclamazione dello sciopero assieme ai lavoratori degli autobus Tmb ha ieri fatto un’offerta ai lavoratori metro: garanzia del posto di lavoro e proroga dell’ultimo contratto fino al 2013 ma con congelamento dei salari. La proposta sarà  votata dall’assemblea dei lavoratori metro domani. Se venisse accolta lo sciopero della metropolitana potrebbe essere annullato. Rimarrebbe quello degli autobus, visto che la trattativa tra lavoratori e azienda si è conclusa anche ieri con un nulla di fatto.
Oltre alla manifestazione di Plaza Espanya lunedì, sono previste manifestazioni all’università  il 29 e presidi di solidarietà  in vari stazioni della metropolitana.

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