Bersani sbullona Marchionne
Lasciando sempre più a terra Walter Veltroni, secondo cui il Pd non deve partecipare alla manifestazione promossa dalla Fiom il 9 marzo. «Marchionne – ha detto ieri Bersani a Palermo, incontrando i lavoratori del cantiere navale – sostiene che se non si apre il mercato statunitense si dovranno chiudere le fabbriche in Italia. Gli faccio notare che esiste una domanda interna ed europea e dico al governo di chiedergli conto sui 20 miliardi che solo un anno fa la Fiat aveva annunciato di volere investire per il rilancio dell’industria automobilistica nel nostro Paese». Il segretario del Pd fa riferimento all’uscita intervista al Corriere della Sera dell’amministratore delegato di Fiat-Chrysler, in cui il manager lancia l’allarme sul rischio chiusura di due fabbriche Fiat in Italia, se l’export di auto costruite qui verso gli usa non funzionerà . «Si dice che in Italia c’è un problema di produttività , che non può migliorare con i muscoli dei lavoratori, ma con gli investimenti, che dall’ingresso del’euro sono stati pochi. Ma c’è anche un problema salariale e redistributivo: Valletta guadagnava alla Fiat 40 volte in più rispetto ai suoi operai, oggi Marchionne guadagna 400 volte di più», ha continuato Bersani. «Elemento di cui dobbiamo tenere conto – ha aggiunto – è che, se i salariati non ce la fanno, il fisco deve dare una mano». Per favorire la crescita e creare lavoro «servono politiche industriali» e a proposito di questo «il governo deve battere un colpo sulla Fiat, adesso che è diventato esplicito il fatto che il gruppo automobilistico non ha intenzione di investire e di rinnovare la produzione nel Paese, ma sta semplicemente domandandosi quali altri due stabilimenti chiudere». Parola della leader della Cgil, Susanna Camusso, nella relazione al direttivo di Corso d’Italia ieri.
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