Berlino, sì ad Atene Ma Merkel perde la sua maggioranza
Certo, conta soprattutto che il Parlamento abbia dato il via libera al piano da 130 miliardi di euro deciso dall’Ue, mentre proprio ieri sera Standard and Poor’s ha abbassato ancora il rating della Grecia, portandolo a «SD» (default parziale). Ma Angela Merkel non può dormire sonni tranquilli dopo quanto è avvenuto. Tanto è vero che i Verdi, con Jà¼rgen Trittin e Renate Kà¼nast, hanno addirittura parlato del «crepuscolo» della cancelliera. È stato un voto più teso del previsto, forse anche per il clima non proprio sereno che lo ha preceduto. Il quotidiano popolare Bildurlava ieri mattina il suo «stop» ai miliardi che vanno a finire in Grecia, rincuorato dal sondaggio secondo cui il 62% per cento dei tedeschi avrebbe voluto che il Parlamento sbarrasse la strada agli aiuti. Significativo, poi, lo scontro con il ministro dell’Interno, il cristiano-sociale Hans-Peter Friedrich, convinto che la Grecia avrebbe maggiori possibilità di «rigenerarsi e diventare più competitiva» fuori dall’eurozona. «La cancelliera non condivide questa posizione», ha replicato il portavoce della Merkel, Steffen Seibert. E Friedrich ha corretto il tiro.
Poi, nell’intervento che ha preceduto il voto, la Merkel ha ribadito che sarebbe «irresponsabile» abbandonare Atene, ha sostenuto che un default incontrollato della Grecia avrebbe «conseguenze incalcolabili» sull’economia tedesca e ha ammesso che «non esiste nessuna garanzia di successo al 100 per cento». Quanto all’altro grande tema sul tappeto in queste settimane, ha ripetuto la sua contrarietà al potenziamento del futuro meccanismo di stabilità europeo (Esm). I versamenti tedeschi però saranno più veloci di quanto era stato stabilito in un primo tempo. Un segnale positivo, nel quadro di una posizione che potrebbe cambiare. Ma sarà necessaria molta pazienza.
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