Berlino, le due donne del presidente

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BERLINO – Il primo a cominciare, ma non l’hanno seguito in molti, è stato il deputato cristiano-sociale Norbert Geis, che ha posto il problema delle «due mogli» del futuro presidente tedesco Joachim Gauck. Gerhild, 72 anni, come l’uomo che aveva sposato diciannovenne e da cui non ha mai divorziato, e la giornalista Daniela Schadt, 52 anni, con cui il successore designato del dimissionario Christian Wulff convive dal 2000. Un intervento un po’ inatteso, quello di Geis (a cui si è accodato il socialdemocratico Wolfgang Thierse), in un Paese dove il ministro degli Esteri Guido Westerwelle viaggia all’estero con il suo partner. Ma è bastato per creare un caso. Intanto la Schadt sta pensando di abbandonare il suo lavoro di caporedattore politico alla Nà¼rnberger Zeitung perché sarebbe in evidente conflitto con l’incarico del suo compagno. Certo, è una scelta che avrebbe preferito non fare, e che forse qualcuno nella galassia del femminismo avrebbe preferito che non facesse, ma che è nella logica delle cose. Soprattutto dopo i poco chiari intrecci tra doveri pubblici e interessi privati di chi ha preceduto Gauck allo Schloss Bellevue.
«È nello stesso interesse personale del futuro presidente mettere ordine nella sua vita privata il più presto possibile per evitare di fornire spazio alle critiche», ha dichiarato nei giorni scorsi Geis. I collaboratori di Gauck hanno replicato che la questione non è per il momento all’ordine del giorno e che all’indomani dell’elezione dell’Assemblea federale (i membri del Bundestag e i rappresentanti dei Là¤nder), fissata per il 18 marzo, si deciderà  il da farsi. Sulla vicenda è intervenuta anche la signora Gerhild, che ha fatto sapere, stupita, di non essere mai stata interessata a ottenere il divorzio dal marito dopo la separazione. «La società  di oggi — ha aggiunto — accetta forme diverse di relazione». 
È probabile che Joachim Gauck e Daniela Schadt finiranno per sposarsi (anche per facilitare il protocollo nei più formali appuntamenti internazionali) come del resto fece due anni fa l’attuale ministro della Famiglia, Kristina Schrà¶der, annunciando dopo essere entrata al governo il matrimonio con il compagno di partito con il quale conviveva. Ma anche alla stessa Merkel qualcuno fece sapere all’orecchio, nel 1998, che sarebbe stato meglio regolarizzare la sua unione con l’uomo conosciuto molti anni prima e che è diventato il suo secondo marito, Joachim Sauer. Certo, Gauck è un ex pastore luterano noto per fare sempre di testa sua, ma anche una certa dose di realismo fa parte delle sue qualità .
L’impressione, comunque, è che il futuro presidente possa diventare un personaggio scomodo non tanto per la sua vita privata quanto per il suo essere estraneo dalle logiche tradizionali degli schieramenti politici. Esponente di punta del dissenso nell’ex Germania orientale, tanto da essere definito l’«Havel tedesco», ha guidato senza nessun compromesso l’autorità  che si è occupata, dopo la caduta del Muro, degli archivi della Stasi. Non è certo un uomo che penderà  dalle labbra dell’opposizione socialdemocratica e Verde che lo aveva candidato nel 2010, né di quelle della Merkel che è stata costretta ad accettarlo riconoscendo così implicitamente l’errore di aver imposto Wulff. 
In questo scenario complicato, l’unico veramente contento è Vadim Belon, emigrato russo, divenuto il «tassista più famoso della Germania», intervistato dai giornali, invitato ai talk-show. Gauck era sulla sua macchina, a Berlino, quando lo ha chiamato improvvisamente la Merkel: «Cambiamo strada, andiamo in cancelleria. Lei ha davanti il nuovo presidente tedesco». E Vadim ha fatto una rapida conversione.


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