Berlino, le due donne del presidente
«È nello stesso interesse personale del futuro presidente mettere ordine nella sua vita privata il più presto possibile per evitare di fornire spazio alle critiche», ha dichiarato nei giorni scorsi Geis. I collaboratori di Gauck hanno replicato che la questione non è per il momento all’ordine del giorno e che all’indomani dell’elezione dell’Assemblea federale (i membri del Bundestag e i rappresentanti dei Là¤nder), fissata per il 18 marzo, si deciderà il da farsi. Sulla vicenda è intervenuta anche la signora Gerhild, che ha fatto sapere, stupita, di non essere mai stata interessata a ottenere il divorzio dal marito dopo la separazione. «La società di oggi — ha aggiunto — accetta forme diverse di relazione».
È probabile che Joachim Gauck e Daniela Schadt finiranno per sposarsi (anche per facilitare il protocollo nei più formali appuntamenti internazionali) come del resto fece due anni fa l’attuale ministro della Famiglia, Kristina Schrà¶der, annunciando dopo essere entrata al governo il matrimonio con il compagno di partito con il quale conviveva. Ma anche alla stessa Merkel qualcuno fece sapere all’orecchio, nel 1998, che sarebbe stato meglio regolarizzare la sua unione con l’uomo conosciuto molti anni prima e che è diventato il suo secondo marito, Joachim Sauer. Certo, Gauck è un ex pastore luterano noto per fare sempre di testa sua, ma anche una certa dose di realismo fa parte delle sue qualità .
L’impressione, comunque, è che il futuro presidente possa diventare un personaggio scomodo non tanto per la sua vita privata quanto per il suo essere estraneo dalle logiche tradizionali degli schieramenti politici. Esponente di punta del dissenso nell’ex Germania orientale, tanto da essere definito l’«Havel tedesco», ha guidato senza nessun compromesso l’autorità che si è occupata, dopo la caduta del Muro, degli archivi della Stasi. Non è certo un uomo che penderà dalle labbra dell’opposizione socialdemocratica e Verde che lo aveva candidato nel 2010, né di quelle della Merkel che è stata costretta ad accettarlo riconoscendo così implicitamente l’errore di aver imposto Wulff.
In questo scenario complicato, l’unico veramente contento è Vadim Belon, emigrato russo, divenuto il «tassista più famoso della Germania», intervistato dai giornali, invitato ai talk-show. Gauck era sulla sua macchina, a Berlino, quando lo ha chiamato improvvisamente la Merkel: «Cambiamo strada, andiamo in cancelleria. Lei ha davanti il nuovo presidente tedesco». E Vadim ha fatto una rapida conversione.
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