Ambiente: al via fondo rotativo Kyoto per progetti “verdi”

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Sono le iniziative che potranno essere finanziate dal Fondo Kyoto, istituito con la legge finanziaria 2007 per finanziare la realizzazione di interventi in attuazione del Protocollo di Kyoto e presentato questa mattina, nella sede della Cassa depositi e prestiti, dai ministri dell’Ambiente, Corrado Clini, e dello Sviluppo economico, Corrado Passera; dal presidente della Conferenza delle regioni, Vasco Errani; dal direttore generale dell’Associazione bancaria italiana, Giovanni Sabatini; dal presidente e dal direttore generale della Cassa depositi e prestiti, Franco Bassanini e Giovanni Gorno Temprini. Il Fondo consta di 600 milioni, erogati in tre tranche annuali da 200 milioni ciascuno, gestiti dalla Cassa depositi e prestiti e rivolti a cittadini, condominii, imprese, persone giuridiche private e soggetti pubblici. Le modalita’ di erogazione sono state definite dal ministero dell’Ambiente di concerto con quello dello Sviluppo economico. Come illustrato dal ministro Clini, i finanziamenti sono a tasso agevolato, dello 0,5% annuo, per una durata massima di sei anni, che salgono a 15 per i soggetti pubblici, riborsabili in rate semestrali. Le banche aderenti potranno concedere un finanziamento per la quota parte del costo totale del progetto che non e’ coperta dal finanziamento agevolato. Compilate esclusivamente on line, le domande di ammissione potranno essere presentate dal quindicesimo giorno successivo alla data di pubblicazione della Circolare Kyoto sulla Gazzetta Ufficiale ed entro il 135esimo giorno. Le regioni Abruzzo, Basilicata, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte si occuperanno direttamente della fase istruttoria, attraverso enti di sviluppo e societa’ finanziarie regionali. Il ministro Clini ha tenuto a specificare che il fondo ha carattere “rotativo: si finanzia, cioe’, con al restituzione delle rate semestrali. Se il meccanismo funzionera’ – ha aggiunto – e sara’ in grado di generare domanda, il Fondo potra’ in futuro recepire risorse provenienti dalla vendita dei permessi di emissione di Co2 alle imprese, che saranno messi all’asta a breve. Secondo la direttiva europea, infatti, il 50% del ricavato di queste aste deve essere investito in progetti per le fonti di energia alternative, con l’obiettivo finale della decarbonizzazione dei sistemi energetici”. “L’energia – ha commentato il ministro dello Sviluppo economico – e’ un tema trasversale che attraversa tutti gli ambiti della vita economica e sociale del paese e che si puo’ collocare anche nel piano generale del lavoro del governo per la crescita e lo sviluppo dell’Italia”.
Passera ha tenuto a ricordare che la nazione ha bisogno “di una politica energetica coerente, nell’ambito della quale le regioni avranno specifiche competenze, ma nella quale il ruolo dell’amministrazione centrale dovra’ essere maggiormente definito e difeso”. Il presidente della Conferenza delle regioni, Vasco Errani, ha espresso la propria soddisfazione per “l’attivazione di un provvedimento che aspettava di essere attivato dal 2008 e di cui il paese ha bisogno per attivare investimenti per l’innovazione della piccola e media impresa e perche’ realizza un’idea di collaborazione articolata tra istituzioni centrali e periferiche. Dobbiamo costruire sempre piu’ una rete connessa per assicurare al paese il governo del cambiamento”. Errani ha infine ricordato la necessita’ di definire in senso globale ed omogeneo “il Piano Energetico Nazionale che non potra’ essere – ha concluso – solo la somma dei Piani energetici Regionali.
Dobbiamo trovare la misura che definisca la politica energetica al 2050″.


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