Altre 10 vittime del gelo Sale operatorie ferme, ateneo evacuato a Trieste

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BOLOGNA — Si può sorridere anche a 30 gradi sottozero, dopo aver camminato per ore al buio e con la neve alla cintola, com’è capitato a una squadra del Soccorso alpino delle Marche, che, raggiunta con viveri e farmaci una famiglia isolata da due giorni tra i monti di Montesicuro, nell’Anconetano, si è sentita chiedere, tra l’ammirato e l’incredulo: «Ma come avete fatto ad arrivare: avete gli sci elettrici, vero…?». Ma si può anche vivere un incubo, vedendo il proprio figlio di 2 mesi combattere in ospedale tra la vita e la morte per una violenta polmonite provocata da una lunga esposizione al freddo: solo qualche giorno prima il piccolo Giacomo era rimasto intrappolato per 7 ore assieme ad altre 700 persone sul treno Intercity 615 a causa della rottura di un locomotore tra Forlì e Cesena. Ora è fuori pericolo, ma i suoi genitori, Carla e Alfredo, hanno presentato al tribunale civile di Roma una richiesta di risarcimento di oltre 100 mila euro nei confronti di Trenitalia.
Si intrecciano mille canovacci in questa odissea bianca che da giorni morde l’Italia. Prima la neve in quantità  industriale. Ora il gelo, feroce come non si avvertiva da decenni. Poi sarà  ancora neve. Un bilancio in continua evoluzione, segnato purtroppo da vite spezzate. Dieci i morti solo ieri. Che si aggiungono ai 30 registrati dall’inizio della perturbazione, il primo febbraio. Infarti, incidenti stradali, decessi per assideramento (soprattutto clochard).
Due le vittime ieri nel Bolognese, entrambe stroncate da malore: un camionista di 62 anni che tentava di far ripartire il suo Tir e un pensionato di 70 che spingeva l’auto incastrata tra blocchi di neve. Uccisi dal freddo due senzatetto: un rumeno nel Ferrarese e un uomo con disturbi psichici nel Genovese. Nel Monzese, un’ucraina di 56 anni, uscita di casa, ha perso l’orientamento ed è morta per assideramento. Nel Materano un uomo ha perso il controllo dell’auto, schiantandosi contro un muro. A Sondalo (Sondrio) un ottantenne è scivolato, battendo il capo. Ad Avellino una donna di 71 anni è stata colta da infarto per strada. Nel Padovano un’anziana è caduta nelle acque del Brenta per aiutare il suo cane. Ad Isernia un anziano è morto per infarto mentre puliva un cortile.
Emilia, Romagna, Marche, Abruzzi e larghi settori di Toscana e Umbria. È questo il ventre molle di una perturbazione che pare infinita. Tra Rimini, Forlì e Cesena sono 150 le persone assistite in centri d’accoglienza. Nell’Alta Valmarecchia, dove la neve ha superato i 2 metri, preoccupa la stabilità  degli edifici. Il governatore Vasco Errani ha chiesto al governo di differire il pagamento da parte delle imprese delle scadenze Inail e Inps. Arno ghiacciato a Firenze e 17 persone isolate, tra cui una neonata, nel Grossetano: i militari li hanno raggiunti con mezzi speciali. A Montefeltro e a Fabriano (Marche), spazzate dalla tormenta, molte frazioni non sono raggiungibili. Nell’ospedale di Urbino sono state chiuse 3 delle 5 sale operatorie. E a Pinerolo (Torino), fuori uso l’intero blocco operatorio dell’ospedale «Agnelli». Tra Lombardia e Piemonte, la fa da padrone il gelo. A Trieste la bora con la forza di un uragano ha causato l’evacuazione della facoltà  di Economia. In Liguria, il termometro ha raggiunto meno 21 gradi. A Roma, tra polemiche e qualche vittimismo di troppo, continua il festival della gaffe. Dal Campidoglio è partito ieri l’annuncio che oggi le scuole sarebbero state chiuse. Sconcerto generale. Poi l’imbarazzata retromarcia: «Scusate, il sistema informatico è andato in tilt…».


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GITA AL GIGLIO

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Ricorre il secondo anniversario del terremoto di Haiti. Nella prima settimana arrivarono, al resort di Labadee, a centotrenta chilometri da Port-au-Prince, epicentro del disastro, quattro grandi navi tipo Concordia; ognuna portava in giro per i Caraibi tremila gitanti, ognuno dei quali aveva diritto alla sua razione di divertimento; aveva pagato per questo. Le navi avrebbero potuto offrire un sollievo a centomila terremotati; ma disgraziatamente essi non avevano prenotato.

Il mondo è ipocrita, l’Ecuador archivia il progetto Yasuní-It

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«Con profonda tristezza ma con assoluta responsabilità verso il nostro popolo e la storia, ho dovuto prendere la decisione più difficile»: il presidente ecuadoriano Rafael Correa annuncia la fine dell’iniziativa Yasuní-Itt, la «proposta più seria e concreta contro i cambiamenti climatici nella storia umana, che l’Ecuador avanzò al mondo sei anni fa con allegria e ingenuità».

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