Addio a Enzo Sellerio editore e fotografo della storia

Loading

GUARDA / Le foto di Enzo Sellerio

”Il mio nome su quel giornale mi ha aiutato”, raccontava. E aggiungeva: ”penso che un fotografo che sia realmente tale non puo’ essere che uno scrittore che si esprime per immagini”. E ancora: ”e’ il collegamento tra la percezione e la memoria, quello che fa la differenza fra l’essere e il non essere fotografo, fra il guardare e il vedere. Di lui Vincenzo Consolo scrisse: ”la fotografia di Sellerio, come ogni vera arte non e’ naturalistica, ma e’ allusiva e metaforica”.

Verso i quarant’anni si trasferisce in America. Ma poi ritorna presto in Sicilia dove, pur avendo girato il mondo, realizza i servizi che lo rendono piu’ celebre e ai quali teneva maggiormente.
Documenta ad esempio l’esperienza di Danilo Dolci, racconta attraverso le sue immagini i paesi dell’Etna e naturalmente Palermo. Celebri i suoi scatti. Come quei fotogrammi che ritraggono alcuni ragazzini del quartiere della Kalsa che giocano a formare un plotone di esecuzione fucilando per finta un loro coetaneo. O il vecchio curvo che porta il suo asinello a vedere la portaerei americana. O ancora gli emigranti in partenza dalla stazione ferroviaria. O il riposo del giovanissimo suonatore di tromba seduto su un gradino.

Sellerio era anche critico nei confronti della citta’ e delle brutture che a volte racchiudeva. ”Palermo e’ senza scheletro. – aveva detto in un’intervista – Come faccia a camminare non lo so. In questo senso e’ un luogo miracolato. Se tornassi a fotografare, per divertimento farei un servizio sulla maledizione dei normanni. Guardi che cosa hanno combinato. A Monreale con due statue di bronzo alte quattro metri hanno rovinato il portico del duomo. La sala Duca di Montalto a Palazzo dei Normanni (attuale sede del parlamento siciliano,) e’ un luogo che per come e’ stato restaurato sara’ molto apprezzato dagli ortopedici perche’ li’ cadere e’ molto facile”. Alla fotografia si dedica quando gia’ era assistente all’universita’. Un incarico che tiene per poco tempo. Una perdita per l’Ateneo. Un acquisto per l’arte fotografica.


Related Articles

Mestiere e passione Miriam era fatta col fil di ferro

Loading

Sognava, interpretava una sinistra in grado di parlare all’intero Paese e infine di comprenderlo tutto 

“Lui intellettuale, io leader operaio insieme rovesciammo il comunismo”

Loading

Il ricordo di Walesa: “Senza di lui Solidarnosc sarebbe stata schiacciata”   Erano tempi duri, ci contattavamo attraverso emissari, che si incontravano nelle zone di montagna al confine. Era un teorico, un ottimo teorico: lottava con le parole e con la penna, pronto a pagare di persona

Assunta Signorelli. Una vita insieme nella psichiatria basagliana

Loading

Con Assunta Signorelli, che se ne è andata ieri notte, abbiamo condiviso una parte lunga e importante delle nostre vite e del lavoro con Basaglia

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment