ACQUA DELL’AMORE E ALTRE PAROLE DA PORTO ALEGRE

by Editore | 11 Febbraio 2012 12:00

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Questa volta due idee mi hanno impressionato. Intervenendo sul diritto all’acqua, un colombiano ha detto che i 15, 40 o 50 litri d’acqua al giorno per persona garantiti secondo il principio della gratuità  (che non significa, mi si consenta di ricordarlo, assenza di costi ma che questi sono coperti dalla collettività ) rappresentano «l’acqua dell’amore», l’espressione cioè dell’affetto, dell’amicizia che la comunità  manifesta nei confronti di tutti i suoi membri assicurando loro il diritto alla quantità  minima indispensabile d’acqua per la vita. È da più di venti anni che mi batto per la gratuità  del diritto all’acqua per la vita, ed ho sempre pensato alla gratuità  come un atto di solidarietà  tra gli esseri umani, un indicatore della volontà  di vivere insieme. Ma mai mi è venuto in testa di parlare d’amore! Eppure, a pensarci bene, è cosi. 
L’acqua dell’amore! Si tratta di un’espressione che parla del vero senso del vivere insieme: il fatto che i membri di una comunità  umana riconoscono che l’accesso all’acqua è un diritto per tutti, che l’acqua è un bene comune pubblico e, per questo, convengono di assumere in comune i costi, i membri più ricchi contribuendovi di più grazie alla fiscalità  giusta e redistributiva. 
Ho pensato, allora, a Franà§ois Hollande, il candidato socialista alle elezioni presidenziali in Francia il quale, il 22 gennaio scorso, ha fatto della tariffazione sociale dell’acqua un suo cavallo di battaglia. Per tariffazione sociale dell’acqua s’intende l’attribuzione a certe categorie di persone o nuclei familiari a basso reddito e che rispondono a certe condizioni di età  e di statuto sociale (invalidi, pensionati, handicapppati, disoccupati di lungo periodo), di una quantità  di base d’acqua a prezzi ridotti o direttamente pagati da istituzioni pubbliche grazie a dei fondi detti “sociali”. Ho pensato anche a Nichi Vendola il quale, due giorni dopo Hollande, ha proposto la costituzione di un fondo regionale per l’acqua in Puglia per interventi in favore delle persone/famiglie a basso reddito o povere. In realtà , siamo lontani dall’«acqua dell’amore». Certo, la tarifficazione sociale dell’acqua costituisce una misura socialmente buona e, in assenza della volontà  di agire in favore del diritto all’acqua, è una misura da applicare. Essa resta basata sul fatto che l’acqua per la vita deve essere pagata dal “consumatore”. La “tariffa di favore” resta un atto di aiuto, di compassione, nei confronti dei consumatori più poveri. Essa non fa uscire l’acqua dall’economia di mercato, di scambio. Non per nulla si continua a parlare di «prezzo» dell’acqua ai costi di mercato. Non è un atto di rispetto del diritto all’acqua di tutti i cittadini. La tariffa sociale riduce il diritto ad una questione di assistenza sociale, di carità .
La seconda idea è stata espressa da una giovane messicana la quale parlando del bene comune ha affermato, con molta semplicità  ma con convinzione, che non dobbiamo lasciare sostituire «le reti della vita» dalle «reti dei mercati». Che bella metafora, giusta. L’acqua come «rete della vita». Non credo che espressioni come queste dicano qualcosa di sensato ai dirigenti dell’Unione europea ed ai numerosi “responsabili” politici difensori della mercificazione dell’acqua i quali, per l’appunto, fanno dell’inclusione dell’acqua nell’economia dell’industria delle reti il fondamento della privatizzazione e della finanziarizzazione speculativa dei servizi idrici. Anche il governo Monti fa ricorso al concetto di “industria delle reti” applicato ai servizi idrici per procedere alla liberalizzazione e commercializzazione dell’acqua, in totale ed illegale irrispetto della volontà  espressa dai cittadini italiani con il referendum abrogativo. È evidente che la green economy , diventato il nuovo paradigma chiave delle società  capitaliste, è una forma avanzata, perniciosa, di sostituzione delle «reti della vita» con le «reti dei mercati» (la green economy si fonda sulla monetizzazione della natura e di ogni forma di vita). La reticolazione dei mercati – ed i loro cicli congiunturali – sostituisce la reticolazione ed i cicli dell’acqua, dell’aria, del grano,del riso, dell’energia, della conoscenza, dell’amicizia, dell’informazione, delle città , della politica. L’ex premier britannico Margareth Thatcher aveva affermato che non v’è la società , ma il mercato. La signora Thatcher ha creduto che le logiche della City fossero più importanti dei diritti della ed alla vita. Che concezione grossolana e brutale. La giovane messicana in questione dimostra di avere una saggezza umana e sociale molto, e di gran lunga, più grande.

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