Accordo per cambiare l’articolo 18 polemiche sul vertice segreto
ROMA – Una nota congiunta, alle undici del mattino. Così, Palazzo Chigi e Cgil decidono di smentire – insieme – l’incontro segreto tra Mario Monti e Susanna Camusso rivelato ieri da Repubblica. Un incontro che sarebbe servito a superare l’ostacolo dell’articolo 18 sulla strada della riforma del Lavoro. E che il nostro giornale conferma, perché la notizia arriva da «fonte certa». L’ipotesi di intesa prevederebbe il congelamento del divieto di licenziamento per chi esce dal precariato, tre o quattro anni. Oltre a un’interpretazione meno rigida del principio della giusta causa da parte dei tribunali del lavoro.
«Nei giorni scorsi non vi è stato nessun incontro né colloquio» tra Monti e Camusso, recita il comunicato di Palazzo Chigi e Corso d’Italia, che aggiunge: «se tale incontro fosse avvenuto, non sarebbe stato il primo faccia a faccia. Susanna Camusso e Mario Monti si erano infatti incontrati nel novembre scorso al momento della formazione del nuovo governo». Più seccata, la reazione della Cgil su Twitter: «La notizia è una grave invenzione. Le nostre posizioni sull’articolo 18 sono note e stranote. Qualcuno vuol far saltare il confronto? Chi vuole forzare la mano?». A una forzatura, accenna anche il responsabile economico pd Stefano Fassina: «Auspico che tutti lascino un confronto così difficile alle parti sociali e al governo. Evitiamo di complicarlo con improvvisazioni e tensioni». Entra nel merito Sergio Cofferati, europarlamentare democratico, ma soprattutto l’ex segretario Cgil che in nome dell’articolo 18 nel 2002 portò al Circo Massimo a Roma tre milioni di persone: «La legge va preservata così com’è – dice – si possono però affiancare norme per ridurre i tempi del contenzioso legale e dare certezza alle imprese e ai lavoratori». Sempre nel Pd, Sergio D’Antoni – ex leader Cisl – ha una posizione più aperta: «È fondamentale un accordo per ridare fiducia al Paese. Per rimettere in moto un clima positivo non c’è altro modo che trattare ancora e ancora». Caustica invece la Cisl di Raffaele Bonanni, che scrive su Twitter: «Speriamo sia vero l’incontro segreto tra Camusso e Monti. Fa sorridere come taluni discutano sottobanco quello che altri fanno alla luce del sole». Chiaramente, si allude alle critiche ricevute dalla Cgil per gli incontri separati con il precedente governo.
Per l’ex ministro del Welfare Maurizio Sacconi «sarà importante per la credibilità dell’Italia e per la sua crescita interna che la montagna dei colloqui non partorisca un topolino di riforma». Rincara il presidente dei senatori pdl Maurizio Gasparri: «Il confronto è necessario. Il sotterfugio invece complicherebbe le cose. Sul lavoro è tempo di decisioni. I processi di modernizzazione vanno portati avanti parallelamente». Tradotto: se si va avanti sulle liberalizzazioni, si faccia lo stesso con l’articolo 18. Allarmato, Antonio Di Pietro chiede che si dica la verità sull’incontro: «Chi mente? E soprattutto, perché?». «L’Italia dei Valori – aggiunge l’ex pm – ha presentato una mozione per chiedere di togliere l’articolo 18 dalla trattativa e di pensare a un nuovo welfare per i giovani. Si discuta alla luce del sole, e ognuno si assuma le proprie responsabilità ».
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