Venti esplosioni, Nigeria nel caos Attacchi dei fondamentalisti nella città  di Kano: almeno 162 vittime

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KANO – Almeno 20 esplosioni quasi simultanee, il fumo che si alza da otto zone di Kano e poi il caos, con la gente che fugge dalla seconda città  per grandezza della Nigeria. Da venerdì sera, quando hanno cominciato a diffondersi le prime notizie sull’ultimo attentato che ha sconvolto lo stato africano, il computo dei morti arrivati negli obitori è salito costantemente. Un reporter dell’agenzia France Presse dichiarava ieri in tarda serata di averne accertati 162, ma avvisava che da alcune delle zone sconvolte dalle esplosioni, ancora in parte irraggiungibili, arrivavano notizie di scene apocalittiche con i cadaveri sparsi per le strade. 
I primi sospetti sugli autori del massacro sono stati confermati da una rivendicazione. Il gruppo fondamentalista islamico Boko Haram, responsabile anche degli attentati dello scorso Natale e del primo gennaio, si è attribuito la responsabilità  della carneficina, una risposta, ha dichiarato un sedicente portavoce al primo quotidiano nigeriano, al rifiuto del governo di liberare alcuni militanti detenuti nelle carceri di Kano. È l’attentato peggiore portato avanti dal gruppo fino a oggi e mostra la capacità  di Boko Haram di organizzare azioni sempre più sofisticate, sempre più efficaci nella loro crudeltà . I terroristi hanno colpito in modo simultaneo, con kamikaze che si sono fatti esplodere in sedi della polizia, uffici per l’immigrazione ed edifici governativi, mentre all’esterno bande armate sparavano sugli agenti. 
Soltanto dopo molte ore si è avuto un quadro della situazione, poiché a lungo polizia e ambulanze non sono riuscite ad arrivare nelle zone degli attacchi. Il quotidiano Times of Nigeria riporta le testimonianze di alcuni residenti, secondo i quali nelle strade restano molti cadaveri e le sparatorie sono andate avanti a lungo. Ora sulla città  è stato imposto il coprifuoco e la polizia ha eretto posti di blocco vicino alle caserme. Kano e il suo omonimo stato non sono tra quelli in cui il presidente Goodluck Jonathan ha dichiarato lo scorso 31 dicembre lo stato di emergenza, dopo gli attentati contro le comunità  cristiane, e quest’ultimo attacco indica che Boko Haram ha alzato il tiro, per puntare dritto alla destabilizzazione del governo. Jonathan, accusato di non aver saputo fronteggiare la minaccia terrorista, ha detto che ci saranno punizioni esemplari e la comunità  internazionale si mostra preoccupata per le violenze nel sesto paese esportatore di petrolio al mondo. Il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, ha sottolineato «la necessità  che la comunità  internazionale innalzi il profilo del suo impegno affinché in Nigeria come altrove l’estremismo religioso venga contrastato adeguatamente» e il suo omologo britannico, William Hague, ha dichiarato che «questi eventi dimostrano l’importanza per la comunità  internazionale di fronteggiare il terrorismo in tutte le sue forme».


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