Veleni sulla finanza vaticana e la Santa Sede attacca La7

Loading

CITTà€ DEL VATICANO – C’è chi parla di legittima difesa, e chi invece di autogol mediatico. Quel che è certo, ora, è che la minaccia di azioni legali partita dal Vaticano contro il programma “Gli intoccabili”, de La7, trasmesso mercoledì sera sui misteri della finanza nella Santa Sede, finirà  per portarsi dietro una serie di contraccolpi a tutti i livelli. Ieri il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha diffuso una nota ufficiale e dichiarato che su «alcune accuse anche molto gravi» fatte in diretta «nei confronti dei membri del Comitato finanza e gestione del Governatoratoe della Segreteria di Stato», la stessa Segreteria di Stato e il Governatorato sono impegnati «a perseguire tutte le vie legali per garantire l’onorabilità  di persone moralmente integre».

Che cosaè successo? “Gli intoccabili” ha mostrato una lettera inviata il 27 marzo 2011 al Papa da monsignor Carlo Maria Viganò, allora segretario generale del Governatorato, cioè l’ente che si occupa della gestione economica della Città  del Vaticano. Nella missiva l’alto prelato, un anno e mezzo prima chiamato dallo stesso Benedetto XVIa rimettere in sesto le finanze dello Stato, avvertiva il Pontefice di una manovra di corridoio per rimuoverlo. «Un mio trasferimento – scriveva Viganò a Joseph Ratzinger – provocherebbe smarrimento in quanti hanno creduto fosse possibile risanare tante situazioni di corruzione e prevaricazione». Il monsignore, sfrondando le spese, era riuscito a dimezzare le perdite, giunte nel 2009 a 8 milioni di euro, arrivando a 34,4 di avanzo. Sotto accusa un «comitato finanza e gestione composto da alcuni grandi banchieri, i quali sono risultati fare più il loro interesse che i nostri».

Nel mirino 4 pezzi da novanta: Pellegrino Capaldo, Carlo Fratta Pasini, Ettore Gotti Tedeschi e Massimo Ponzellini. L’epilogo è noto: lo scorso 18 ottobre Viganò fu nominato dal segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, quale nuovo nunzio apostolico a Washington, una destinazione in ogni caso di grande prestigio. Ma l’incarico – apparso ad alcuni in realtà  come una rimozione (“promoveatur ut amoveatur”) – venne accompagnato nelle Segrete stanze da malumori, sfociati in una lettera di minacce anonime indirizzata a Bertone.

Missiva finita sui giornali e attribuita a un misterioso “Corvo”.

Nella trasmissione alcuni intervistati, comparsi senza nome, hanno parlato di attacchia Viganò provenuti da fornitori che avevano visto dimezzati o cancellati i propri contratti in Vaticano. Contratti e appalti in cui, secondo il monsignore, lavoravano sempre le stesse ditte, a costi raddoppiati.

A difendere la Santa Sede, in diretta, era il direttore dell’Osservatore Romano, lo storico della Chiesa Giovanni Maria Vian, in quello cheè risultato un botta-e-risposta non privo di asprezze, durante il quale il responsabile dell’organo ufficiale del Papa ha minacciato di alzarsie lasciare il programma. Ieri è stata la volta del portavoce della Santa Sede a reagire. Padre Lombardi ha spiegato che «l’avvicendamento alla guida del Governatorato non intende certamente essere un passo indietro rispetto alla trasparenza e al rigore, ma un ulteriore passo avanti». «Noi abbiamo fatto il nostro dovere di cronisti di individuare documenti – è la replica del conduttore del programma, Gianluigi Nuzzi, autore qualche anno fa del bestseller “Vaticano Spa” (Chiarelettere) – verificarne l’autenticità  e renderli pubblici».E ha proposto di ospitare alla prossima puntata padre Lombardi. Che non ha contestato la lettera incriminata («amarezza per la diffusione di documenti riservati») , quanto piuttosto lo «stile di informazione faziosa nei confronti del Vaticano e della Chiesa cattolica».


Related Articles

Alfano ammette che il Pdl non ritiene prioritario superare le liste bloccate.

Loading

Enrico Letta: senza la spinta di Monti ci blocchiamo E l’effetto-contagio dei veti sul lavoro spinge in un angolo la riforma elettorale 

Il Pdl è costretto ad applaudire dimissioni inevitabili

Loading

 Poteva dare le dimissioni qualche giorno fa, mostrando di aver capito l’insostenibilità  politica della sua posizione. Adesso, il governatore del centrodestra, Renata Polverini è costretta a subirle, di fronte ad una pressione che non era più confinata al piano locale. Anche se l’uscita di scena è stata giocata teatralmente puntando il dito sulla «faida interna al Pdl».

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment