Unimondo: “L’Europa esporta la metà  delle armi prodotte al Sud del mondo”

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ROMA – L’Europa esporta la metà  delle armi che produce verso i paesi del Sud del mondo e i regimi di quei paesi che nel 2011 hanno visto sollevazioni e moti popolari. Questa la denuncia di Giorgio Beretta di Unimondo che analizza la “XIII Relazione annuale sul controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari” pubblicata a fine anno sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. “Nell’insieme – spiega Beretta – le autorizzazioni all’esportazione di armamenti verso i paesi del Sud del mondo sfiorano i 15,5 miliardi di euro e costituiscono il 48,8% del totale”. Una contraddizione se si pensa ai divieti imposti dalla stessa Unione europea quando nella Posizione Comune 2008/944/PESC chiede agli stati membri di “valutare la posizione del paese destinatario in rapporto ai pertinenti principi stabiliti dagli strumenti internazionali in materia di diritti umani”. E i dati delle autorizzazioni all’esportazione di armamenti parlano chiaro: 6,7 miliardi di euro di armi verso i paesi del Medio Oriente, 2 miliardi verso l’Africa, 4,7 miliardi verso l’Asia e altri 2,1 miliardi per l’America centro-meridionale. “Nello specifico andrebbero chiarite in dettaglio le licenze concesse per l’esportazione di armamenti verso i regimi di alcuni dei maggiori acquirenti di sistemi militari europei che nel 2011 hanno visto sollevazioni e moti popolari – spiega Beretta – come l’Arabia Saudita (2,4 miliardi di euro), Oman (1,16 miliardi), Algeria (933 milioni), Kuwait (653 milioni), Marocco (411 milioni), Libia (293 milioni), Egitto (211 milioni), Yemen (34 milioni e 103 milioni di consegne effettuate), Bahrain (56 milioni) e Tunisia (26 milioni) senza dimenticare, nel continente asiatico, la Thailandia (505 milioni) e il Pakistan (492 milioni)”. Tuttavia, le autorizzazioni all’esportazione di materiali militari, continua Beretta, hanno visto nel 2010 un decremento del 21% rispetto al 2009 quando avevano raggiunto la cifra record di oltre 40,3 miliardi di euro: nel 2010 si parla di oltre 31,7 miliardi di euro che rappresenta comunque “una delle maggiori cifre dall’entrata in vigore del Codice di Condotta europeo sulle esportazioni di armi”, aggiunge Beretta. La contrazione della spesa è dovuta alla riduzione degli ordinativi dei paesi dell’Unione Europea, passati dagli oltre 13 miliardi di euro del 2009 a circa 9 miliardi del 2010 (-33%), ma sono in calo anche gli ordinativi dei paesi del Medio Oriente (-31%) e del Nord America (-16%). “Va però notato – spiega Beretta – che le commesse del Medio Oriente avevano toccato nel 2009 un record storico di 9,6 miliardi di euro – nel 2010 si attestano a circa 6,7 miliardi di euro – mentre quelle del Nord America nel 2010 superano di poco i 3,9 miliardi di euro”. Per quanto riguarda i fornitori, per il 2010 è la Francia, con 11,2 miliardi di euro, il maggior esportatore dell’Unione seguita dalla Germania (4,7 miliardi), dall’Italia (3,2 miliardi), da Regno Unito (2,8 miliardi), Spagna (2,2 miliardi), Austria (1,7 miliardi), Svezia (1,4 miliardi), Belgio (1 miliardo) e Paesi Bassi (912 milioni). © Copyright Redattore Sociale


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