Unicredit recupera un altro 5% Enria: “La banca è fuori dal guado”

by Editore | 12 Gennaio 2012 7:53

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MILANO – Unicredit recupera per il secondo giorno, ma l’azione resta l’1,37% sopra il costo dei diritti a sottoscrivere i futuri titoli dell’aumento da 7,5 miliardi di euro. La banca di Piazza Cordusio, che ha iniziato con uno choc borsistico l’anno, incassa anche il consolatorio plauso dell’Autorità  bancaria europea: «C’è uno sforzo notevole e difficile di Unicredit per raccogliere le risorse sul mercato – ha detto Andrea Enria, presidente dell’Eba in audizione alla Camera – e l’ad Ghizzoni dice, giustamente, che dopo l’operazione avrà  una banca molto più forte e capace di sostenere l’economia. Avrà  passato il guado». 
Solidarietà  più comprensibile se si considera che la banca italiana è tra le prime in Europa a ricapitalizzare per allinearsi ai più stringenti criteri dell’authority; anche se ciò costa caro ai suoi azionisti. Tanto che l’Abi non demorde e replica a stretto giro: «Le scelte dell’Eba – riporta una nota – sono discutibili per metodo, merito e tempistica. Lo dimostrano le quotazioni di banche e titoli pubblici, diminuite dopo l’esercizio Eba. Anche la liquidità  si è viepiù rarefatta». I banchieri italiani contestano le misure Eba che rendono «molto problematico continuare a detenere o acquistare titoli pubblici, da cui potrebbero derivare, con un nuovo esercizio Eba, ulteriori necessità  di capitale». Quindi i banchieri italiani meditano il ricorso alla Corte di giustizia Ue contro il rafforzamento, e ne chiedono il rinvio finché «il fondo salvastati sia pienamente operativo», e quindi risollevi i prezzi dei Btp. Enria ieri ha detto di non aver ricevuto richieste di proroga dalle autorità  nazionali, che quindi entro il 20 gennaio aspettano i piani patrimoniali delle vigilate.
Le ricapitalizzazioni all’italiana vedono Unicredit in trincea, con un aumento che vale ormai più del gruppo in Borsa, e un grave ribasso al via dell’operazione. Ieri, tra volatilità  e volumi copiosi (160 milioni di pezzi), il titolo ha ripreso un 5,5% a 2,558 euro, i diritti sono rimbalzati del 36,47% a 1,16 euro. Le nuove azioni saranno emesse a 2 contro una vecchia, più 1,943 euro in contanti. Lo scarto tra titoli vecchi e nuovi si colma da tre sedute, ma a Piazza Cordusio attendono la fine della prima settimana per sciogliersi. In una Borsa altalenante, e con i bancari in ripresa, è proseguito il movimento di martedì, con fondi istituzionali anglosassoni e tedeschi in acquisto di azioni e diritti, a compensare le manovre degli arbitraggisti (che proseguono l’incetta di diritti cedendo azioni prese a prestito). Le aste di titoli del Tesoro oggi e domani saranno un altro test per la tenuta di Unicredit. 
Nell’azionariato si registra l’adesione parziale all’aumento di Fondazione Manodori (si diluirà  allo 0,5%, dallo 0,79%), mentre l’ente Cassamarca ha detto che aderirà  per l’intero 0,7%. Una sorpresa date le critiche pregresse e le difficoltà  dei trevigiani: ma i denari li presterà  Socgen, tramite una serie di opzioni put and call. Giallo infine sulla quota di Blackrock, grande fondo Usa che giorni fa ha annunciato la discesa all’1,71% di Unicredit, e ieri ha confermato lo storico 3,09%. L’incidente è legato, per il fondo, a «un’operazione societaria, non al calo della quota». Ma la Consob vuol vederci chiaro e indaga

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