Una barriera per salvare il sistema marino

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La prima misura anti-inquinamento è stata approntata. Ma l’incubo della Baya di Plenty, in Nuova Zelanda, e degli uccelli marini e dei pesci adagiati su una spiaggia nera, preoccupa ancora. 
L’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ha recapitato al ministro dell’ambiente Corrado Clini un dossier su cosa potrebbe accadere se dai 12 serbatoi si sprigionassero le 2.280 tonnellate di gasolio che ancora ci sono. Tre gli scenari. Il primo, il più lieve, valuta lo scivolamento della nave dallo scalino sui cui è poggiata senza rotture dei serbatoi: a 60-80 metri di profondità  si dovrebbero impiegare «robot filoguidati». Con costi e tempi enormi. Nel secondo scenario si prevede l’affondamento con squarci alle cisterne e «rilascio massivo»: il gasolio potrebbe essere controllato, ma ci sarebbero «conseguenze gravi per gli ecosistemi marini prossimi all’isola» ed effetti «negativi» sulle «attività  di pesca». 
È il terzo scenario il peggiore, secondo l’Ispra: la Concordia affonda con distorsioni tali da determinare una migrazione del combustibile in «locali della nave difficilmente raggiungibili». La conseguenza? «Un rilascio continuo e prolungato di grandi quantità » in grado di compromettere il sistema marino «negli anni». Per questo è decisivo, spiega il responsabile per le emergenze in mare dell’Ispra Luigi Alcaro, «riuscire a svuotare la Costa dalla posizione in cui si trova».
La società  olandese Smit Salvage, chiamata da Costa, è pronta a pompare fuori il gasolio. Già  da oggi, fa sapere. Un’operazione, si stima, che richiede circa 28 giorni. «Ora la priorità  è salvare le possibili vite umane», dice però il ministro, pronto a dichiarare lo stato d’emergenza. Clini ha chiesto alla compagnia Costa «il piano di lavoro per svuotare i serbatoi ed entro 10 dieci giorni quello per rimuovere la nave». Perché «se riusciamo ad avere tempo per svuotare i serbatoi della nave saremo tutti più tranquilli, altrimenti resterà  la preoccupazione», spiega. Ma bisogna fare in fretta, avverte lo stesso ministro: «Le condizioni meteo stanno per cambiare». Le previsioni parlano, del resto, di una perturbazione con venti forti e mare molto mosso che dovrebbe arrivare sulla zona del Giglio già  da domani sera.


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«In fondo al mare» La lista delle “carrette”

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Nel 2009 l’inchiesta de «il manifesto» Settembre 2009. Dopo il ritrovamento del relitto di Cetraro parte l’inchiesta sui vascelli a perdere. La lista dei sospetti, dagli anni ’80 fino al 2001Ingredienti: i veleni da imboscare, navi “a perdere”, carrette del mare in via di dismissione, avvocati, assicuratori e armatori compiacenti. E soprattutto guadagni stellari.

Il Qatar, dracula del clima

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Nel 2012 si terrà  a Doha il Qatar Motor Show, con la gradita partecipazione dei veicoli più energivori e costosi al mondo fra i quali la Ferrari. Niente di strano per la ricca monarchia fossile (nel senso anche che si fonda sull’estrazione di combustibili fossili). Più strano che sempre per il 2012 la petromonarchia si sia aggiudicata la diciottesima Conferenza dell’Onu sul clima, dopo il fallimento della sessione di Durban in Sudafrica nel dicembre 2011.

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