Un nuovo modello di contratto legato all’età  Licenziamenti, no a tabù

by Editore | 29 Gennaio 2012 10:23

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A fronte della chiusura di un’azienda, l’ipotesi era quella di un’indennità  risarcitoria e del rafforzamento del sussidio di disoccupazione. Nelle linee guida è emersa anche la possibilità  di utilizzare il «reddito minimo», non legato cioè necessariamente alla perdita del lavoro, ma le risorse necessarie sono al momento «non individuabili». Incalzata dalle parti sociali, Fornero ha aggiustato il tiro, respingendo la logica dei documenti scritti e precisando che non esiste l’intenzione di «sopprimere la cassa integrazione», ma l’impostazione di un percorso di riforma degli ammortizzatori sociali «che vedremo dove condurrà ». Il secondo punto che ha registrato l’alzata di scudi del sindacato è l’introduzione del contratto unico, ma anche su questo punto il ministro ha chiarito: «Non c’è l’idea del contratto unico. Non c’è scritto. Possiamo discuterne in maniera civile e ordinata». Sulla flessibilità  in entrata, secondo Fornero, ci sono molte tipologie contrattuali: «Quelle che servono le teniamo, quelle che non servono le togliamo». Il governo punta ad un contratto «che evolva con l’età  dei lavoratori, piuttosto che contratti nazionali specifici che evolvono per tutte le età ». Il riferimento è al modello «Modigliani». Sull’articolo 18, dopo le polemiche sollevate dai sindacati unitariamente, non si registrano posizioni ufficiali, ma è certo che il governo non intende accettare l’idea del tabù. È possibile che se ne parli al termine del percorso comune. Sulle Casse previdenziali private, il ministro ha auspicato un passaggio complessivo al sistema di calcolo contributivo delle pensioni che, ha detto, «deve avvenire senza eccezioni e nel più breve tempo possibile». Per quanto riguarda la richiesta delle Casse di considerare il patrimonio esistente nella valutazione della sostenibilità  previdenziale dei bilanci, estesa da 30 a 50 anni, il ministro ha risposto che l’esecutivo preferisce considerare il rendimento generato dai patrimoni «ma non il patrimonio nel suo complesso».

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