Un missile iraniano tiene alta la tensione

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L’Iran ha annunciato ieri di aver sparato con successo un missile terra aria di media gittata, durante una esercitazione navale nelle acque del Golfo persico presso lo stretto di Hormutz. L’agenzia ufficiale Irna cita l’ammiraglio Mahmoud Mousavi, portavoce delle esercitazioni, secondo cui il test è pienamente riuscito. Sul piano strategico non c’è molto di nuovo: il missile Qader era stato «presentato» in agosto; è noto che ha una gittata di circa 200 chilometri, cioè potrebbe colpire le forze Usa nel Golfo. Domenica l’Iran aveva sparato un altro missile terra-aria, il Merhab (anche questo noto). Ma i test e l’esercitazione navale hanno centrato un altro obiettivo: tenere alta la tensione, già  salita quando Tehran ha minacciato di chiudere lo stretto di Hormutz e gli Usa hanno minacciato di tenerlo aperto con la forza. (Domenica l’ammiraglio Mousavi ha specificato che l’Iran «non intende bloccare il traffico attraverso Hormutz»). 
A promettere nuova tensione ora è la legge sulla difesa nazionale firmata sabato dal presidente degli Stati uniti Barack Obama, una mega-legge da 662 miliardi di dollari: tra l’altro contempla sanzioni contro il settore finanziario e la banca centrale dell’Iran. La Casa bianca ha osteggiato (e cercato di far emendare) la nuova legge, che condiziona la politica estera americana. Infatti obbliga il governo Usa ad applicare sanzioni contro le banche centrali di paesi terzi che hanno transazioni con quella iraniana, con l’obiettivo di colpire le esportazioni di petrolio dell’Iran. unico margine di manovra per il governo, la possibilità  di differire l’embargo di tre mesi. Le ultime sanzioni potrebbero danneggiare i rapporti tra gli Usa e grandi nazioni come la Russia e la Cina, che commerciano con Tehran e difficilmente staranno al ricatto delle sanzioni americane. Senza contare che gli stesso usa non hanno molto da guadagnare da un probebile rincaro del petrolio, tanto più in un anno elettorale.


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