Ucciso in strada con la figlioletta

by Editore | 5 Gennaio 2012 9:31

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ROMA — La piccola sembra dormire sull’ambulanza con i lampeggianti spenti ferma in mezzo a via Alò Giovannoli, nel cuore di Tor Pignattara. Ha ancora il ciuccio in bocca ed è avvolta nella coperta del 118. Un colpo di pistola alla testa ha spezzato la sua vita innocente. «Speriamo che non si sia accorta di nulla», sospira un carabiniere mentre i suoi colleghi cercano indizi sull’asfalto con le torce elettriche. A pochi passi, davanti al portone della sua abitazione, nascosto fra le auto in sosta, c’è il corpo del padre della piccola, Zhou Zeng, 32 anni, ucciso con un colpo di pistola al petto da due rapinatori fuggiti con l’incasso del money transfer che gestisce nel popolare quartiere multietnico. La scena di un’altra notte di sangue nella Capitale. Ancora morte e spari. 
Ma quello che è accaduto ieri sera non ha precedenti nella Roma violenta di questa stagione di sangue che sembra non avere mai fine: una bimba di 8 mesi uccisa da due banditi sembrava infatti una tragedia inimmaginabile. Purtroppo non era così, e dopo i 36 omicidi del 2011, il 2012 è cominciato anche peggio. Nell’agguato di ieri sera è rimasta ferita la mamma della bambina, Lia Zheng, 27 anni, ricoverata al San Giovanni con ferite al petto e a un braccio: uno dei rapinatori le è saltato addosso con un taglierino per strapparle la borsa con l’incasso del money transfer, circa 5mila euro. La scena non è passata inosservata, a decine si sono affacciati dai palazzi. «Erano in due, avevano i caschi ed erano romani — assicura una vicina di casa parlando dal balcone — sono rimasti appostati davanti al portone di fronte a casa loro per quasi mezz’ora». Zeng gestiva il money transfer insieme con il padre, titolare del bar accanto in via Antonio Tempesta, poco lontano da via Giovannoli. Da una prima ricostruzione sembra che i banditi sapessero che ogni sera, alle 22, il trentenne rincasava portandosi dietro la cassa della giornata. E così l’hanno aspettato. Uno armato di pistola, l’altro di bastone e taglierino. Non è chiaro se a coprirli ci fosse un complice.
Quello che è certo è che Zhou e Lia sono stati seguiti fin sotto casa. «Dacci tutti i soldi!», hanno ordinato i banditi al cinese, che teneva in braccio la bambina. Ma lui si è rifiutato e per questo — secondo una prima ricostruzione — sarebbe stato colpito con il bastone. «Ci devi dare i soldi o t’ammazziamo come un cane!», ha urlato ancora il rapinatore. Ma Zhou non ha ceduto. Ha reagito ed è stato ucciso. Tre, forse quattro colpi, esplosi quasi a bruciapelo contro marito e moglie. Solo che uno dei proiettili ha raggiunto la piccola Chen alla testa. «Abbiamo sentito le grida e gli spari — raccontano altri abitanti della zona — ci siamo affacciati alle finestre e abbiamo visto lui, lei e la bambina a terra fra le auto. Una scena che non dimenticheremo mai». 
I killer hanno arraffato la borsa con i soldi, alcune migliaia di euro, e sono fuggiti forse su uno scooter. I carabinieri hanno setacciato tutta la strada alla ricerca di tracce che gli assassini potrebbero aver lasciato durante l’appostamento. I primi a giungere sul posto sono stati altri cinesi su un furgone grigio: hanno cercato di soccorrere i connazionali, di caricarli a bordo per portarli in ospedale. Purtroppo non ce n’è stato bisogno. E oggi in Prefettura si terrà  una riunione straordinaria del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza: ora l’escalation di violenza e di reati nella Capitale fa davvero paura.

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